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Sei a rischio di infarto? Previenilo (anche) con lo yoga

di Maria Rita Montebelli

Una revisione sistematica degli studi clinici randomizzati sull’efficacia dello yoga nelle malattie cardiovascolari e nella sindrome metabolica, pubblicata oggi su European Journal of Preventive Cardiology, conferma l’utilità di questa disciplina low cost e ben accetta dai pazienti

16 DIC - Lo yoga andrebbe prescritto alle persone a rischio di malattie di cuore, poiché aiutando a combattere diversi fattori di rischio associati alle malattie cardiovascolari, ha grandi potenzialità in questo campo. E’ la tesi espressa in uno studio pubblicato su European Journal of Preventive Cardiologye firmato da un gruppo di ricercatori olandesi e americani, che sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto una revisione sistematica di 37 studi controllati randomizzati (per un totale di 2769 soggetti).
 
Lo yoga, in termini di riduzione del carico di rischio, produrrebbe gli stessi benefici delle attività fisiche tradizionalmente consigliate dai medici, quali il camminare a passo veloce e la bicicletta. I risultati di questa nuova revisione offrono dunque alla persone non particolarmente amanti dell’esercizio aerobico una valida alternativa, più ‘statica’, ma di uguale impatto sulla riduzione dei fattori di rischio.
 
Lo yoga è una disciplina, coinvolgente tanto il corpo che dello spirito, nata in India. Sono molti gli studi che hanno dimostrato in passato la sua efficacia nel migliorare i fattori di rischio cardiovascolari e dunque nell’offrire una protezione contro ictus e infarti. Questa metanalisi ha cercato di valutare l’efficacia dello yoga nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, confrontandola con quella di altre attività fisiche ma anche confrontando tra loro persone che praticano lo yoga e soggetti sedentari.
 
I risultati della metanalisi hanno dimostrato chiaramente che le persone dedite allo yoga hanno un pattern di fattori di rischio migliore, rispetto alle sedentarie; in particolare, rispetto agli individui sedentari, l’indice di massa corporea delle persone che praticano yoga è risultato in media inferiore di 0,77 Kg/m2, la pressione arteriosa sistolica più bassa di 21 mmHg, il colesterolo LDL di 12,14 mg/dl e le HDL superiori di 3,2 mg/dl. Tra gli endpointsecondari, i ricercatori hanno evidenziato che il peso corporeo si riduceva di 2,32 Kg, la pressione diastolica di quasi 5 mmHg, il colesterolo totale di 18,48 g/dl e la frequenza cardiaca di circa 0,27 battiti al minuto. L’unico campo nel quale lo yoga non sembra produrre grandi miglioramenti è la glicemia.
 
Il miglioramento degli indici di rischio è risultato particolarmente significativo nei soggetti che oltre a praticare lo yoga, assumevano anche una terapia farmacologica. Tra i soggetti con coronaropatia preesistente, ad esempio, lo yoga produce una riduzione significativa del colesterolo LDL, quando ‘aggiunto’ a terapie quali statine e altri farmaci ipocolesterolemizzanti.
 
Dall’analisi effettuata è emerso inoltre che lo yoga ha un impatto sui fattori di rischio, paragonabile a quello dell’attività fisica aerobica tradizionale. Secondo i ricercatori questo effetto è imputabile all’impatto che questa disciplina ha sulla riduzione dello stress, che porta ad un miglioramento dello stato neuroendocrino e delle funzioni metabolica e cardio-vagale.
 
“Eppure – commenta Myriam Huninkdell’Erasmus University Medical Center (Rotterdam) e della Harvard School of Public Health (Boston, USA) – sebbene le evidenze degli effetti benefici dello yoga sulla salute cardiovascolare siano sempre più numerose, rimane ancora in larga misura oscura la spiegazione fisiologica di questi effetti. Altra cosa non del tutto chiara è la relazione ‘dose-risposta’ e i relativi costi e benefici dello yoga, confrontati con quelli dell’esercizio fisico  tradizionale e dei farmaci. Comunque, i risultati di questa metanalisi suggeriscono che lo yoga potrebbe risultare potenzialmente molto utile e dunque ritengo che valga senz’altro la pena praticarlo come mezzo per ridurre il rischio cardiovascolare”.
 
Gli autori dello studio sottolineano anche che per la sua natura lo yoga è ben accetto anche da pazienti con scarsa resistenza fisica, come quelli che abbiano già avuto un evento cardiovascolare, gli anziani o quelli con dolori articolari o muscolo-scheletrici. “Lo yoga – concludono – rappresenta dunque un trattamento con una buona costo-efficacia potenziale, nonché una strategia di prevenzione a basso costo, che non richiede attrezzature costose e che è per questo accessibile ad una vasta fetta di popolazione”.
 
Maria Rita Montebelli

16 dicembre 2014
© Riproduzione riservata

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