27 FEB - "Il benessere nel quale siamo progressivamente vissuti in Italia negli ultimi 50 anni non è stato senza effetti. Se da un lato una migliore alimentazione ha fatto praticamente scomparire una serie importante di malattie carenziali, oggi l'abbondanza di cibo e una vita sempre più sedentaria stanno portando alla ribalta le malattie del benessere, le cosiddette malattie croniche non trasmissibili (particolarmente l'obesità ed il diabete mellito di tipo 2 che ne è l'effetto), legate a stili di vita non salutari. L'80% della mortalità prematura è legata ad errate abitudini alimentari o insufficiente attività fisica e i SSN di molti Paesi occidentali si stanno confrontando con l'impossibilità di sostenere gli attuali standard di cura in assenza di provvedimenti strutturati che riducano l'impatto dei comportamenti a rischio di malattia". Questo l'allarme lanciato dall'Aidap (Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso) che affronterà queste problematiche nel corso del suo prossimo congresso nazionale a Brescia il 27 e 28 Marzo.
"Le moderne ricerche hanno dimostrato che i trattamenti dietologici prescrittivi in cui il paziente viene spinto a seguire in modo rigoroso la prescrizione della dieta e dell'esercizio fisico possono essere efficaci nel breve termine ma quasi tutte falliscono nel lungo termine, perché l'individuo, non avendo acquisito abilità necessarie per controllare il peso corporeo riprende i suoi comportamenti abituali e recupera il peso perduto. Nei programmi di modificazione dello stile di vita basati sulla terapia cognitiva comportamentale, invece - spiega l'Aidap - gli obiettivi sono aiutare il paziente a sviluppare specifiche abilità per migliorare l'aderenza alle raccomandazioni dietetiche e dell'attività fisica per riuscire a gestire il peso a lungo termine".
Direttore generale
Ernesto Rodriquez