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Polmoni più fragili senza vitamina D


Uno studio australiano dimostra che bassi livelli di vitamina D influiscono sul corretto sviluppo dei polmoni e sulla loro funzionalità. La scoperta apre la strada a strategie preventive soprattutto nelle popolazioni più a rischio.

02 FEB - Si aggiunge un nuovo punto alla lista dei danni causati dalla carenza di vitamina D. Diversi studi avevano messo in relazione livelli insufficienti della vitamina a un peggioramento dei sintomi dell’asma e dalla Bpco, ora, una nuova ricerca dimostra in esperimenti condotti su topi che la vitamina è essenziale per un corretto sviluppo della struttura polmonare (e per la funzionalità dell’organo).
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Respiratory and Critical Care Medicine e fornisce “la prima evidenza causale che mostra che un deficit di vitamina D altera lo sviluppo dei polmoni. Questo spiega l’associazione tra patologie polmonari ostruttive e i livelli di vitamina D”, ha commentato uno degli autori dello studio, Graeme Zosky, del Telethon Institute for Child Health Research di Subiaco in Australia.
Negli esperimenti, il team di ricercatori australiani ha valutato il volume e la funzionalità polmonare in topi in cui è stata prodotta una carenza di vitamina. “Il nostro scopo era valutare se il deficit di vitamina D avesse un influenza sulla crescita dei polmoni”, ha aggiunto Zosky. “Volevamo inoltre verificare se il deficit alterasse le proprietà meccaniche del tessuto polmonare a causa dei cambiamenti nella struttura dell’organo”.
Come atteso, i ricercatori hanno rilevato polmoni più piccoli nei topi con deficit di vitamina D rispetto agli animali di controllo, tuttavia resta da capire in quale fase dello sviluppo questa carenza produca queste gravi conseguenza. 
“A causa della natura dello studio non siamo in grado di determinare se le differenze nella dimensione e nella funzionalità polmonare che abbiamo osservato siano il risultato dello stato di carenza di vitamina nei topolini o una conseguenza del deficit a cui sono stati sottoopsti nell’utero a causa dei bassi livelli di vitamina D della madre”, ha commentato il ricercatore.
Quel che è certo è “che per la prima volta abbiamo dimostrato un ruolo diretto della vitamina D nel causare una riduzione della funzionalità polmonare in assenza di altri potenziali confounders come l’inattività fisica, confermando l’ipotesi di studi epidemiologici che ci fosse una relazione tra deficit di vitamina D e funzionalità polmonare”.
Lo studio, ora, apre la strada a iniziative di prevenzione mirate, soprattutto in quelle popolazioni in cui la carenza di vitamina D è particolarmente comune. Altri studi tuttavia sono necessari prima di giungere a queste applicazioni.

02 febbraio 2011
© Riproduzione riservata

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