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Pillola “5 giorni dopo”. Garattini: “Il Css ha sbagliato. Ecco perché ho votato contro quel parere”


Netta stroncatura del noto farmacologo, membro del Css, del parere emesso sulla questione della prescrivibilità. “Non ho condiviso il parere del CSS ed ho votato contro perché non ritengo che il gruppo di lavoro abbia presentato argomenti che siano in grado di contrastare la decisione dell'EMA”. “Messa in dubbio capacità delle donne di prendere decisoni sulla propia salute riproduttiva”.

20 MAR - Il parere espresso il 10 marzo dal Consiglio Superiore di Sanità (CSS) – secondo cui l’obbligo di ricetta medica per la pillola dei 5 giorni dopo deve essere mantenuto, qualsiasi sia l’età della donna – ha suscitato critiche, anche al suo interno.
 
Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e membro della Sezione V del Consiglio Superiore di Sanità, commenta: "Non ho condiviso il parere del CSS ed ho votato contro perché non ritengo che il gruppo di lavoro abbia presentato argomenti che siano in grado di contrastare la decisione dell'EMA”.
 
Gli effetti collaterali della pillola e il suo supposto effetto abortivo sono stati alcuni tra gli argomenti oggetto di discussione per la stesura del parere richiesto dal ministro Lorenzin. E Garattini chiarisce: “L'Ulipristal (il principio attivo della pillola) agisce attraverso un rallentamento della liberazione del follicolo - come meccanismo principale - e perciò non può essere considerato un agente abortigeno sulla base delle attuali conoscenze. E' stato già utilizzato in alcuni milioni di casi senza ricetta ed è certamente provvisto, come tutti i farmaci, di effetti collaterali – ma sono tali da poter essere paragonati agli effetti di altri farmaci da banco. Ironicamente la Germania, presentata come "sostenitrice" della ricetta, ha in questi giorni abolito la necessità della ricetta medica per le donne maggiorenni”.
 
“Dopotutto è un problema di emergenza” ribadisce Garattini “e, se si mettono troppi ostacoli, si rende vano l'impiego del trattamento. Non si deve dimenticare che il trattamento diminuisce di efficacia con il passare dei giorni”. E conclude: “la scelta del Consiglio, che di fatto è un mancato riconoscimento alla singola donna della capacità di prendere decisioni sulla propria salute riproduttiva, contribuisce a mantenere una situazione di dipendenza. Sarebbe invece importante con la liberalizzazione intensificare l'informazione e l'educazione sulla sessualità".
 
Fonte: partecipasalute.it

20 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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