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Emoglobina glicata: non sempre affidabile nella diagnosi di diabete 

di Maria Rita Montebelli

Una review pubblicata su Diabetologia suggerisce che l’anemia da carenza marziale ma anche il solo di deficit di ferro, possono produrre dei valori di emoglobina glicata falsamente elevati. Una condizione da tener presente, visto che secondo l’OMS una donna su tre in età fertile e un maschio su dieci presentano un certo grado di anemia

14 MAG - L’emoglobina glicata, un test utilizzato dai medici di tutto il mondo per la diagnosi di diabete e il controllo del compenso ottenuto attraverso la terapia, potrebbe risultare altamente inaffidabile in alcune condizioni.  
Uno studio appena pubblicato su Diabetologia, organo ufficiale della European Association for the Study of Diabetes , mette in guardia dai ‘falsi risultati’ di glicata, indotti dalla presenza di anemia, condizione molto frequente nella popolazione generale e in particolare tra le donne.
 
Negli ultimi anni l’emoglobina glicata è sempre più utilizzata anche come criterio per la diagnosi di diabete; L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’American Diabetes Association (ADA) raccomandano infatti di includere questo esame tra i criteri utilizzati per la diagnosi di questa condizione; un valore di glicata
 
Recependo le raccomandazioni dell’OMS, relative all’uso dell’emoglobina glicata per la diagnosi di diabete di tipo 2, anche il Dipartimento della Salute britannico ha pubblicato una linea guida nella quale si afferma che uno dei maggiori problemi relativi all’impiego di questo esame è la presenza di anemia, ovvero di un’alterata concentrazione di emoglobina nel sangue.
 
Per ‘anemia’ l’OMS intende un valore di emoglobina inferiore a 12 g/dl nelle donne e a 13 g/dl negli uomini e si tratta di una condizione molto frequente. Si stima infatti che il 29% delle donne non in gravidanza nel mondo presentino un qualche grado di anemia e le ricadute di questo sono la scarsa affidabilità di una diagnosi di diabete, basata sulla glicata, in questa popolazione. Sempre secondo stime OMS, la percentuale di maschi affetti da anemia nel mondo è del 13%; questa condizione interessa soprattutto i soggetti più avanti negli anni.
 
La review sistematica pubblicata su Diabetologia a firma di Emma English e colleghi dell’Università di Nottingham (Gran Bretagna), prende in esame questa situazione, analizzando le evidenze disponibili riguardo l’impatto che le alterazioni della conta dei globuli rossi possono avere sull’emoglobina glicata, ai livelli del cut off di 6,5%, stabiliti da OMS/ADA.
 
La review ha analizzato 544 studi comprendenti almeno una misurazione di emoglobina glicata, di glicemia e un indice di anemia, pubblicati tra il 1990 e il 2014, riguardanti persone adulte (non in gravidanza), non diabetiche. Tra tutti questi studi, ne sono stati selezionati 12, secondo i criteri di inclusione; la maggior parte erano focalizzati sull’anemia da carenza di ferro.
 
Quest’analisi ha portato a concludere che la carenza di ferro, in presenza o meno di anemia, porterebbe ad un falso aumento dei valori di emoglobina glicata rispetto ai controlli, senza un corrispettivo aumento dei livelli di glicemia. Al contrario, altre forme di anemia, non da deficit di ferro, possono indurre livelli di glicata più bassi del reale. Tutto ciò rende di fatto inattendibile la diagnosi di diabete, fatta secondo il criterio della glicata, in questi soggetti.
 
“L’emoglobina glicata – commentano gli autori – può essere influenzata dal deficit di ferro e dall’anemia da carenza marziale, che possono dare uno pseudo-aumento dei suoi valori; questo può indurre in confusione se per la diagnosi di diabete ci si basa solo su questo criterio. Sono necessari tuttavia ulteriori studi per confermare questo dato e per individuare il tipo e il grado di anemia in grado di impattare significativamente sull’affidabilità della glicata come criterio diagnostico.”
 
E in attesa di acquisire ulteriori informazioni, gli autori hanno stilato una serie di raccomandazioni.
Durante il monitoraggio di un soggetto con diabete, in presenza di risultati contrastanti tra emoglobina glicata e glicemie, considerare la possibile presenza di un’anemia o di un deficit di ferro.
La carenza marziale, come anche l’anemia da carenza marziale, possono influenzare i valori di glicata e questa è una condizione molto rilevante e frequente tra le donne in età fertile.
In presenza di alterazioni, quali l’anemia, considerare di correggerle (ad esempio somministrando al paziente dei supplementi di ferro), prima di utilizzare la glicata come criterio di diagnosi di diabete o di monitoraggio del compenso metabolico. Possono volerci anche sei mesi, prima che il trattamento normalizzi i livelli di emoglobina.
 
Maria Rita Montebelli

14 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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