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Commozione cerebrale. Negli ex atleti riduce la memoria e il volume dell’ippocampo sinistro

di Lisa Rapaport

Uno studio americano ha messo a confronto atleti che avevano subito commozioni cerebrali durante l’attività sportiva e un gruppo omogeneo per età, istruzione e capacità mentale. Gli ex atleti hanno mostrato una riduzione del volume dell’ippocampo sinistro.

20 MAG - (Reuters Health) – Uno studio condotto sui giocatori non più in attività della National Football League (NFL) suggerisce che gli atleti che perdono conoscenza dopo una commozione cerebrale successivamente potrebbero essere soggetti a un maggior rischio di perdere la memoria. I ricercatori hanno confrontato i test mnemonici e le scansioni cerebrali di ex giocatori della NFL – la lega nazionale di football americano-con quelli di un gruppo di controllo composto da persone che non avevano praticato questo sport a livello professionistico. Ne è emerso che, dopo commozioni cerebrali che avevano provocato una perdita di conoscenza, negli anni a venire i giocatori avevano più possibilità di soffrire di deterioramento cognitivo lieve e di atrofia cerebrale.

Lo studio è stato condotto da Munro Cullum, primario di Neuropsicologia allo University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas. Cullum e colleghi hanno reclutato 28 ex giocatori della National Football League residenti in Texas: otto a cui era stato diagnosticato deterioramento cognitivo lieve e venti senza apparenti problemi di memoria. L’età media era di 58 anni.

Tutti gli atleti, tranne tre,avevano avuto almeno una commozione cerebrale e generalmente ne avevano avute più di tre. I ricercatori hanno confrontato questi giocatori con 27 uomini dai 41 ai 77 anni (età media 59 anni) che, per età, istruzione e capacità mentale, erano simili agli ex atleti Di questo secondo gruppo sei presentavano deterioramento cognitivo. Per valutare la funzione mnemonica e cognitiva, i ricercatori hanno somministrato ai partecipanti un comune test verbale che misurava quanto bene ricordassero delle liste di parole e comprendessero il legame tra le parole stesse. Ad esempio, il tester poteva elencare una serie di frutti per vedere se i partecipanti riuscissero a ripeterli tutti e se si rendessero conto che facevano parte dello stesso gruppo di alimenti.

Gli atleti che avevano alle spalle una commozione cerebrale e un deterioramento cognitivo lieve hanno fatto registrare i punteggi più bassi. Inoltre, le scansioni cerebrali dei partecipanti con deterioramento cognitivo lieve mostravano che gli ex atleti con questo problema avevano un volume molto più piccolo dell’ippocampo sinistro. "A quanto sappiamo, questo è il primo studio che ha messo in relazione dal punto di vista quantitativo volume ippocampale e performance della memoria con la gravità della commozione cerebrale in ex atleti della National Football League” hanno dichiarato i ricercatori.

Fonte: JAMA Neurology 2015

Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

20 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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