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Nuovi Lea. L'allarme di Fand: “La diabetologia italiana è in pericolo”


Dopo la denuncia di Amd, ora anche l'Associazione italiana diabetici torna a sollevare il problema riguardante sia i nuovi Lea che il riordino delle reti ospedaliere previsto dalla legge Balduzzi. Il presidente Egidio Archero: "La diabetologia italiana, una delle più avanzate e capillari d’Europa, sta subendo attacchi da più fronti e a pagarne il prezzo purtroppo saranno coloro che soffrono di diabete”

27 MAG - “La salute delle persone con diabete è a rischio. La diabetologia italiana, una delle più avanzate e capillari d’Europa, sta subendo attacchi da più fronti e a pagarne il prezzo purtroppo saranno coloro che soffrono di diabete”, denuncia con preoccupazione Egidio Archero, Presidente nazionale Fand - Associazione nazionale diabetici.

"Primo fra tutti, a mettere in pericolo questo fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario concorre il riordino delle reti cliniche che la legge Balduzzi affida alle regioni, in un’ottica di contenimento della spesa pubblica. “In molte regioni infatti si sta attuando un forte ridimensionamento della rete diabetologica regionale, ad esempio declassando le strutture diabetologiche o aggregandole ad altri reparti, riducendo o bloccando il turn over del personale sanitario”, prosegue Archero.
 
“Tutto questo - spiega - è in netto contrasto con il Piano nazionale per la malattia diabetica, molte leggi regionali e la legge 115/87 di tutela dei diritti delle persone con diabete, prima al mondo, che ha realizzato un sistema di prevenzione e cura della malattia diabetica e delle sue complicanze. Il rischio di mettere in atto tagli lineari e indiscriminati alle risorse sanitarie è quello di far scomparire progressivamente la rete diabetologica e quindi non poter garantire più ai quattro milioni di diabetici italiani assistenza e cure adeguate. Questo a lungo andare finirà per aggravare la condizione di queste persone e la gestione delle complicanze comporterà evidentemente un aumento dei ricoveri e quindi della spesa sanitaria”.

Ma non è tutto. Anche la revisione 2015 dei Lea, i livelli essenziali di assistenza garantiti dal servizio sanitario nazionale in corso di definizione ai tavoli del Ministero della salute, “porta notizie sconfortanti. Il Ministero infatti non si è minimamente reputato di convocare i rappresentanti delle Associazioni nazionali delle persone con diabete per coinvolgerli in questi percorsi decisionali in cui la visita diabetologica d’accesso sembra non comparire o in alternativa non la farà il diabetologo essendo inglobata in una più generica ‘visita endocrinologica’”, dice ancora Archero.

“Numerose altre omissioni - tra gli esami e visite esenti sembrerebbero infatti non comparire la creatinina, le medicazioni al piede diabetico e alla cute, solo per citarne alcune - testimoniano quanto sia importante il coinvolgimento delle Associazioni nella definizione dei nuovi Lea. È inutile infatti teorizzare in continuazione sulla centralità della persona con diabete e sul ruolo delle Associazioni come riferimento a difesa dei diritti di queste persone se poi questo non ha un riscontro nella pratica”, conclude Archero. 

27 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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