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Farmindustria promuove il Jobs Act: “5.000 nuovi assunti, anche grazie alla riforma”. E poi 200 mln di investimenti e + 1,2 mld di export. Scaccabarozzi: “Noi manteniamo le promesse. No ai soliti tagli ideologici”


I dati presentati oggi all'assemblea pubblica degli industriali del farmaco che ieri, in seduta chiusa, ha confermato per un altro biennio Massimo Scaccabarozzi alla presidenza che dice: “Siamo i secondi produttori in Europa e tra i protagonisti del rilancio del Paese”. Annunciato anche lo sviluppo di 7.000 medicinali, sempre più personalizzati, su tumori, Hiv, cardiovascolari, diabete. Lorenzin: “Settore farmaceutico ha già dato”. LA RELAZIONE DI SCACCABAROZZI, IL MESSAGGIO DI LORENZIN

02 LUG - “L’occupazione, grazie anche al Jobs Act, non segna più il passo e le 5.000 nuove assunzioni nell’ultimo anno hanno superato il numero dei lavoratori in uscita, con un incremento (+1%) del numero degli addetti. Gli investimenti sono aumentati di 200 milioni di euro (+11%). L’export è cresciuto ancora (+6% nel 2014, dopo +14% nel 2013 e +13% nel 2012) di 1,2 miliardi in un solo anno”. Questi alcuni numeri e i temi che Farmindustria ha voluto mettere al centro del dibattito oggi nell’Assemblea pubblica in corso a Roma. Ma lo sguardo non è solo su ciò che si è fatto. “Oggi una nuova fase è all’orizzonte. Sono 7.000 i medicinali in sviluppo - soprattutto biotech - che riguardano patologie tumorali, cardiovascolari, diabete, HIV. Farmaci sempre più personalizzati che cambieranno la storia di diverse malattie gravi. Un fenomeno al quale partecipa anche l’Italia con i suoi centri di eccellenza ad esempio per l’oncologia, le malattie rare, i vaccini, il farmaco biotech e le terapie avanzate. La partita non è vinta ma sono stati segnati goal importanti grazie a un efficiente network dell’innovazione che crea salute e valore. Una rivoluzione che impone di ripensare la governance per garantire la sostenibilità del sistema”.
 
Per Farmindustria “i benefici per la salute dei pazienti vanno di pari passo con il ruolo industriale delle imprese del farmaco. Lo dimostrano l’aumento della produzione (+4,5%) che ha raggiunto i 28,7 miliardi di euro e il massimo storico toccato dall’export (72% della produzione) con 21 miliardi. Dal 2010 al 2014 il nostro Paese è stato il primo al mondo per crescita in valore dell’export di farmaci e vaccini. Risultati che hanno rafforzato la seconda posizione dopo la Germania tra le nazioni produttrici di medicinali nell’Unione europea. L’Italia del farmaco con i suoi 63.000 addetti, le 174 fabbriche presenti sul territorio e i 2,5 miliardi di investimenti si conferma l’hub europeo del settore. E vuole diventare l’hub mondiale”.
 
“Successi ottenuti da imprese che sono il fiore all’occhiello del made in Italy” - afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria - ma che sarebbe sbagliato dare per scontati specie in un contesto mondiale molto concorrenziale. Per questo c’è bisogno che la stabilità, garantita negli ultimi 2 anni, con regole certe, sia confermata e consolidata per favorire investimenti e innovazione.  L’Italia sta uscendo dalla crisi. E l’industria farmaceutica è stata tra le co-protagoniste del rilancio del Paese. Davanti a noi ci sono sfide decisive”, conclude Scaccabarozzi. “Lavorando insieme, fianco a fianco, con le Istituzioni e gli altri attori del sistema, potremo superarle per un futuro con grandi opportunità. Per tutti, a partire dai pazienti”.
 
Ma il presidente di Farmindustria ha parlato anche dei tagli della Stabilità alla luce delle ultime proposte di intesa Stato Regioni. “Io mi auguro che oggi non si prendano le solite decisioni dei tagli strutturali o ideologici o con dei pregiudizi come sempre, sarebbe veramente un peccato nel senso che ricorrere ancora alla farmaceutica come sei è fatto in passato come una sorta di bancomat, perché si preferisce investire di struttura piuttosto che di welfare”. 
 
“Sarebbe veramente un peccato – ha ribadito  - perché noi pensiamo di fare qualche cosa per il paese in salute. Se qualcuno farà qualche cosa di diverso penso che questo paese continuerà a rimanere malato e le industrie del farmaco non potranno fare niente per guarirlo”.
 
Una battuta anche sulle Regioni: “Devono fare un piccolo sforzo gestionale e manageriale per capire che un piccolo taglio che porterà magari qualche milione potrebbe provocare dei disastri sull’economia e sull’occupazione della Regione. Non è una minaccia, non è un pianto, è una considerazione”.
 
Il messaggio di Lorenzin. Il settore farmaceutico "ha già dato", e non dovrebbe avere nuovi tagli. È quanto scrive il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una lettera inviata all'Assemblea Pubblica di Farmindustria.
 
"Come sapete, la discussione è ancora in corso e le Regioni chiedono che l'industria farmaceutica partecipi al taglio di 2,352 miliardi anche con una riduzione del livello di finanziamento – sottolinea il Ministro della Salue -. La sanità nel suo complesso, e quello farmaceutico è stato il comparto più aggredito dalle manovre passate, quindi, a mio parere, ha già dato".
 
L'industria farmaceutica, scrive ancora il ministro, ha retto finora alla crisi. "Ma all'orizzonte, purtroppo, si addensano nuovamente segnali di rischio che se verranno attuati produrranno effetti molto negativi. A mio parere la sostenibilità non può passare più dai tagli lineari".

 
“C’è da meravigliarsi come un’eccellenza non sia stata adeguatamente considerata, valorizzata - ha detto il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti - . I dati che avete presentato dicono tutto sulla qualità degli investimenti, occupazione. Siamo di fronte ad una grande eccellenza e uno di quei punti di leadership su cui dobbiamo puntare”.
 
“Dobbiamo cambiare testa e cultura – ha precisato – e nuovi leggi non sono soluzioni ma alibi. Manca volontà di scegliere, capacità di decidere e prendersi responsabilità questo è il paese dei sì e dei però. Problema è mancanza cultura della responsabilità”.
 
“L’industria farmaceutica italiano – ha concluso - è la seconda a livello europeo e dobbiamo lavorare per arrivare primi. È una bella gara e mi ci iscrivo volentieri”.
 

“Il settore farmaceutico è portante nella nostra economia - ha detto l’eurodeputato Giovanni La Via – e insieme possiamo cooperare nella battaglia della competitività che si gioca a livello internazionale e per noi a livello europeo. Ma la battaglia si vince solo insieme”.

 
“Abbiamo bisogno di grandi cambiamenti anche nel mondo del farmaco. Innanzitutto dal punto di vista dell’innovazione che è indispensabile.”. Ha detto il presidente commissione Igiene e Sanità, Emilia Grazia De Biasi che poi parla dei tetti della farmaceutica. “Se noi stiamo modificando nel Patto per la Salute la relazione tra ospedale e territorio mi devono spiegare perché devono rimanere due tetti sulla farmaceutica”.
 
“Dev’esserci rapidamente una riforma dell’Aifa – ha precisato - a cui però deve corrispondere una volontà delle Regioni. E poi occorre rivedere il payback”.
 
“Non dobbiamo considerare il farmaco come prodotto di consumo, non compriamo scatole di caramelle, occorre una consapevolezza e una gestione e quindi stiamo attenti alla distribuzione. Auspico che l’industria possa avere una stretta relazione con il paese e che insieme si riesca a fare salto qualità”.
 
 
“Noi consideriamo molto positiva la giornata di oggi – ha detto il presidente Aifa, Sergio Pecorelli e abbiamo avuto testimonianze dell’eccellenza delle industria farmaceutica italiana”. Pecorelli ha poi parlato anche della riforma dell’Aifa”. 
 
“Più che riforma è adeguare Aifa. Più ispezioni, farmaci, post marketing, innovazione. Questo è un argomento grande proprio per farla lavorare come le altre agenzie europee. Da questo punto di vista abbiamo avuto rassicurazioni da Ministro e Governo che ciò avverrà presto. Ma soprattutto sono i cittadini che aspettano. Perché ricordiamo che tutto ciò viene fatto per dare ai cittadini farmaci adeguati e sicuri”.

02 luglio 2015
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