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Depressione: cresce del 15% in Italia. Ma arriva una nuova molecola


La crisi economica ha effetti pesanti sulla vita di tutti. Effetti che a volte favoriscono l’insorgere di stati depressivi che rendono necessario un intervento terapeutico. All’armamentario farmacologico già disponibile, si aggiunge oggi una nuova molecola, agomelatina, che presenta alcune importanti novità rispetto ai medicinali utilizzati.

02 MAR - Una crisi che sembra non finire mai. L’economia che traballa, i giovani senza lavoro o, comunque, in attesa di una sistemazione stabile apparentemente impossibile. Tutto sembra cospirare per rendere il futuro – tra crisi internazionali, lotte di potere, distanza della politica dalla vita di tutti giorni – sempre più incerto per tutti. Niente di strano, dunque, se nel nostro Paese cresce costantemente l’esercito di chi si trova a convivere con uno stato depressivo. Lo conferma anche Eugenio Aguglia, presidente della Società italiana di Psichiatria che in una nota ricorda come “Nella pratica clinica sia molto frequente  trovare una correlazione tra il ruolo di questi fattori e la comparsa della patologia depressiva. L’ambiente esterno gioca un ruolo fondamentale che si somma agli aspetti biologici e psicopatologici della persona. Pochi punti di riferimento, scarsa sicurezza personale e  prospettive  di realizzazione lavorativa sempre più incerte inducono in molti casi la comparsa della problematica depressiva”.
Ma il fenomeno interessa solo le fasce più deboli?  “Assolutamente no” ribadisce nella stessa nota Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze, A.O. Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano. “Riguarda ormai tutti: la realtà di oggi richiede una capacità adattativa e una flessibilità a cui spesso non siamo in grado di rispondere. Tutte le fasce d’età sono quindi coinvolte: quelle giovanili, perché vedono il loro futuro incerto e limitato, l’età adulta, perché conosce nuove instabilità,  e la terza età, perché soffre la difficile gestione di una vita in cui crescono i bisogni a fronte di possibilità economiche spesso molto limitate”.
Intanto il numero delle persone  che conoscono il disagio mentale e chiedono aiuto allo psichiatra è destinato a salire: “Ho notato un incremento di oltre il 15% degli episodi depressivi nel 2010 – ha aggiunto Mencacci – un dato significativo perché coinvolge persone che prima ricavavano  soddisfazioni dall’area professionale e da quella relazionale-emotiva, ora in crisi. I pilastri dell’esistenza, quindi, rischiano di andare in frantumi”.
L’ampliarsi di un fenomeno patologico che ha conseguenze gravi anche sul fronte delle relazioni e della vita famigliare, rende importante la disponibilità di strumenti terapeutici nuovi capaci di migliorare l’esito delle cure per chi soffre di depressione, malattia cronica e ricorrente. “Si tratta dell’agomelatina – ha spiegato Aguglia – una molecola di prima scelta che può essere usata nel trattamento della patologia indipendentemente dalla gravità del fenomeno. Il farmaco agisce in alcune aree di efficacia che prima non erano coperte: mantiene inalterata la capacità cognitiva e soprattutto gioca un ruolo importante nella riduzione di effetti collaterali nell’area del desiderio sessuale o in quella dell’incremento di peso. Questo per il clinico è un elemento molto importante, perché porta vantaggi concreti a una terapia integrata, che sia quindi non solo psicofarmacologica ma anche psicoterapeutica”.
La molecola può essere proposta anche in sostituzione di altri farmaci antidepressivi ma con alcune attenzioni. Le ha ricordate Mencacci : “Il passaggio non deve mai essere brusco ma sempre molto graduale. Non bisogna, in questo caso, essere amici della fretta e pretendere che il farmaco agisca immediatamente”. L’agomelatina, al momento è inserita in fascia C (a carico del paziente), anche se le Società scientifiche ne auspicano un inserimento in fascia A. “Nella considerazione dei costi di una terapia antidepressiva – ha concluso Aguglia – bisogna valutare non solo la spesa derivante dall’acquisto del farmaco ma anche quelli indiretti, che intervengono quando si verifica la sospensione precoce di un farmaco per insufficiente risposta o effetti collaterali difficilmente accettabili per il paziente. La sospensione precoce, infatti, presuppone un aumento dei costi indiretti in termini di giorni di lavoro persi e di peggioramento della qualità di vita per le ricadute della malattia depressiva, costi che hanno un impatto non solo per il paziente depresso, ma anche per i suoi familiari. In questo senso, agomelatina si pone come un farmaco che ha un migliore profilo di accettabilità e che può quindi garantire che il paziente mantenga il trattamento long term. Questo è sicuramente un elemento differenziale e aggiuntivo rispetto agli attuali antidepressivi SSRI”.

02 marzo 2011
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