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European Cancer Congress/1. Studio inglese spiega perché alcuni tumori al seno vanno incontro a recidive

di Marco Landucci

Lo studio ha analizzato i dati relativi alla sequenza genetica di 1.000 pazienti con cancro al seno. Tra questi, 161 erano dati relativi a persone con tumori ricorrenti o metastasi.

26 SET - Buone notizie per chi soffre di cancro al seno. All`European Cancer Congress, che si tiene a Vienna fino al 29 settembre, viene oggi presentata una ricerca che ha messo in luce alcuni passaggi chiavi tra la comparsa del tumore e la sua recidiva e la conseguente, possibile metastasi.
 
Dopo il trattamento chirurgico, in un caso su cinque il tumore ha una recidiva, che si ripresenta nella stessa sede anatomica come un tumore  originale o che comincia a metastetizzare per il corpo.
 
Ora, la ricerca ha compiuto un importante passo avanti sulla strada della comprensione sul perché alcune forme di tumore al seno  ricompaiano e altre no.
Lo studio è stato condotto dalla dottoressa Lucy Yates, ricercatrice oncologa del Wellcome Trust Sanger Insitute di Cambridge.
 
Yates e colleghi hanno analizzato I dati relativi alla sequenza genetica di 1.000 pazienti con cancro al seno. Tra questi, 161 erano dati relativi a persone con tumori ricorrenti o metastasi.
 
Il team di Cambridge ha comparato  campioni di geni di cancro presi alla prima diagnosi (tumore primario) con quelli dei tumori con recidiva.
 
Il gruppo di ricerca ha scoperto che vi erano delle differenze genetiche, ed alcune  risultavano acquisite nel passaggio dalla recidiva del cancro all’inizio delle metastasi.
 
Questa scoperta potrà condizionare positivamente la personalizzazione delle terapie mediche.
 
Secondo i ricercatori, lo studio del team di Cambridge è il più vasto e ricco di dati, sia per quanto riguarda la raccolta del  numero di campioni di geni di cancro in fase di metastasi e sia per la definizione dei 365 geni coinvolti nel percorso di mutazione, che sono stati studiati contemporaneamente.
 
“Crediamo che le nostre scoperte rifletttano il concetto che le differenze genetiche possono predisporre ad una recidiva, se si combinano con le mutazioni acquisite nel periodo che intercorre tra la prima diagnosi alla successiva recidiva. Alcune di queste alterazioni genetiche possono potenzialmente essere il bersaglio di una terapia farmacologica individualizzata”.
 
Marco Landucci

26 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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