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Giornata del rene: 3 italiani su 4 non sanno di avere problemi


Il 12% degli Italiani con più di 40 anni ha una nefropatia, ma 3 su 4 non lo sanno. Il rischio è che, trascurando il problema, l’organo si danneggi al punto da rendere necessaria la dialisi. A lanciare l’allarme è uno studio coordinato dall’Università Cattolica di Roma e pubblicato sulla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology. Solo il 20% dei pazienti esegue gli esami del sangue per la funzione renale.

10 MAR - Oltre 1 italiano su 10 (il 12,7%) dopo i 40 anni soffre di una patologia renale cronica, in un terzo dei casi dalle origini poco chiare; i tre quarti dei malati non sanno di avere un problema ai reni, cosicché la malattia può progredire fino a costringere il paziente alla dialisi. Si tratta di quasi 4 milioni di over-40, maschi e femmine, ovvero un numero 100 volte maggiore degli italiani oggi in dialisi. Moltissimi di questi soggetti con patologia renale cronica potrebbero dunque nei prossimi anni andare a ingrossare le fila dei centri dialisi e della lista delle persone in attesa di trapianto di reni.
Sono alcuni dei dati emersi da un recente studio di Giovanni Gambaro, direttore Unità Operativa di Nefrologia dell'Università Cattolica - Complesso Integrato Columbus di Roma, condotto in collaborazione con Antonio Lupo (Università  di Verona) e Angela D’Angelo (Università di Padova), e pubblicato sulla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology e reso noto in occasione della Giornata Mondiale del Rene.
“Molto verosimilmente - ha spiegato Gambaro - le malattie renali da causa sconosciuta sono nefropatie degenerative causate da diabete, eccesso di grassi nel sangue, obesità, farmaci, nonché da fumo e ipertensione”.
Lo studio, chiamato INCIPE, ha coinvolto circa 6.000 persone, prese in modo casuale nelle liste di 50 medici di medicina generale. Il reclutamento è avvenuto tra la primavera del 2006 e quella del 2007. I cittadini venivano convocati in 4 diversi centri di reclutamento e qui erano visitati da un medico che effettuava anche i prelievi ematici.
La ricerca ha individuato che tra gli Italiani con più di 40 anni di età ben il 12% ha una nefropatia. La gran parte di essi non ne è a conoscenza. Infatti 3 su 4 non sanno di avere una nefropatia. Non hanno sintomi, apparentemente sono in buona salute, pur presentando forme di diversa gravità di malattia renale.
I rischi dietro l’angolo in questi soggetti, ignari di avere una nefropatia cronica, sono infarto e ictus in quanto le malattie renali croniche aumentano il rischio di malattie cardiovascolari; e lo sviluppo di una insufficienza renale così avanzata da richiedere la dialisi o il trapianto di rene.
Non a caso il numero di nuovi casi di malati con insufficienza renale cronica costretti a ricorrere alla dialisi in 20 anni è passato dai circa 90 per milione di abitanti ai circa 150 attuali. Oggi si registrano in Italia 7-8 mila nuovi casi e complessivamente vi sono circa 45 mila pazienti in dialisi cronica.
Lo studio INCIPE mostra inoltre che l’80% dei pazienti con malattie renali è un soggetto di media età o anziano con problemi di obesità e dislipidemia, diabete, ipertensione e fumo.
C’è chiaramente un problema diagnostico, ha spiegato il professor Gambaro: “i medici non sono tutti egualmente sensibilizzati e preparati sulle malattie renali. Tra gli esami di routine spesso non vengono prescritti quelli di funzione renale.“.
Uno studio italiano ha dimostrato che solo il 20% dei pazienti seguiti dai medici di medicina generale esegue gli esami del sangue per la funzione renale. Sono anche di meno quelli che eseguono un esame urine.
Eppure nel 70% dei casi basta un semplice dosaggio della creatininemia nel sangue, l'esame urine e/o il dosaggio dell'albumina urinaria per fare diagnosi corretta di una nefropatia cronica.
“È necessario un impegno congiunto di medici, istituzioni sanitarie e cittadini per combattere le malattie renali - ha concluso Gambaro -. Individuare anche un solo caso di malattia renale in una fase precoce ha vantaggi non solo per il singolo paziente, ma anche per tutto il sistema sanitario in quanto comporta un risparmio di denaro pubblico enorme. Gli strumenti per individuare e prevenire le nefropatie e la loro evoluzione verso gli stadi più avanzati ci sono e sono poco costosi. Pertanto non solo si può, ma soprattutto si deve prevenire l’insufficienza renale”.

10 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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