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Tumore al seno: nuova conferma per la radioterapia intraoperatoria


La tecnica, che consiste nell’esecuzione di una sola seduta al momento dell’intervento chirurgico, ha dimostrato di migliorare la qualità di vita, ottenere risultati estetici migliori e consentire un risparmio economico.

24 MAR - Radioterapia post operatoria ridotta, risultati estetici migliorati, qualità della vita delle pazienti più elevata, risparmio di tempo e vantaggi economici. Sono questi i risultati ottenuti dalla Radioterapia Mirata Intra-operatoria (TARGIT) secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra e presentato nel corso del Conferenza sul Tumore al seno tenuta a San Gallo in Svizzera.
La tecnica consiste nella somministrazione di una singola dose al momento dell’intervento chirurgico in caso di tumore al seno. In tal modo, il tessuto colpito viene irradiato dall‘interno all‘esterno. Il metodo si candida a sostituire il trattamento tradizionale che prevede una terapia di 3-6 settimane.
Diversi i benefici della tecnica secondo lo studio presentato in Svizzera (in cui è stato impiegato il sistema radioterapico Intrabeam di Carl Zeiss). “I benefici del trattamento con TARGIT sono molteplici poiché solo la terapia a dose singola migliora i risultati estetici finali”, ha illustrato Mohammed Kesthgar, del Royal Free Hospital dell’University College di Londra. “Messa a confronto con la tradizionale radioterapia eseguita per 6 settimane, raramente si verifica una ipertrofia cicatriziale e depigmentazione della cute. Tutte le pazienti che hanno preso parte al nostro studio si sono dimostrate molto soddisfatte dei risultati estetici e del trattamento a singola dose”.Non solo, dalla ricerca è emerso che le 123 pazienti facenti parte della sperimentazione lamentavano molto meno dolore a due anni dall’intervento chirurgico al seno.
 “Ultimo, ma non meno importante - hanno aggiunto i ricercatori - TARGIT presenta significativi vantaggi economici. L’attrezzatura è infatti mobile e può essere installata in un campo operatorio standard senza la necessità di costose radio-protezioni che richiedono anche grandi dimensioni”.
“In futuro pensiamo di estendere questa tecnica emergente ad altri gruppi a rischio di tumore al seno e di definire un insieme di protocolli adattati al livello di rischio, per consentire alle donne che presentano un tumore al seno operabile di poter accedere al più sicuro e vantaggioso trattamento TARGIT”, ha concluso il coordinatore della sperimentazione, Michael Baum.
Attualmente in Italia il trattamento a dose singola intraoperatoria è utilizzato in 6 centri: l’Università Degli Studi di Firenze, Ospedale Umberto 1° di Nocera Inferiore, l'Azienda Ospedaliera Villa Sofia di Palermo, la Casa Di Cura Quisisana di Roma, l'Azienda Ospedaliera San Sebastiano di Caserta e l'Azienda ULSS 6 di Vicenza. Inoltre 2 centri hanno preso parte alla sperimentazione: l’IRCCS-Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e l’Azienda Usl 11 di Empoli.

24 marzo 2011
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