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Parkinson: l’Italia prova la strada delle staminali


Al via un piccolo studio che valuterà la sicurezza dell’impiego di cellule staminali mesenchimali nel trattamento della paralisi sopranucleare progressiva, una rara e grave forma di Parkinsonismo. I primi risultati tra sei mesi.

06 APR - Sarà italiano il primo trial clinico che cercherà di verificare la sicurezza (e successivamente l’efficacia) delle cellule staminali multipotenti mesenchimali autologhe nel trattamento di alcune malattie neurodegenerative tra cui la Paralisi Sopranucleare Progressiva (PSP), una malattia rara considerata una forma di parkinsonismo grave.
Lo studio (di fase I) è stato promosso dalla Fondazione Grigioni/Istituti Clinici di Perfezionamento e dalla Cell Factory Franco Calori del  Policlinico di Milano.
“Lo Studio è già nella fase finale dell’iter autorizzativo presso l’Istituto superiore di sanità”, ha illustrato Gianni Pezzoli, direttore del Centro Parkinson di Milano. “Prenderà avvio entro due-tre mesi e vedrà il coinvolgimento di una ventina di pazienti. Questa sperimentazione clinica rappresenta un importante traguardo, prima di tutto perché risponde ai bisogni dei pazienti affetti da questa grave patologia, ma anche perché da un punto di vista medico-scientifico apre nuove prospettive in termini di possibilità di trattamento delle altre malattie neurodegenerative, a cominciare dalla malattia di Parkinson.” 
LO STUDIO - Nello studio verranno arruolati venti pazienti affetti da Paralisi Sopranucleare Progressiva, con età  superiore a 40 anni e che non rispondono alla terapia farmacologica. 
Le cellule staminali multipotenti mesenchimali verranno ottenute dal midollo osseo dei pazienti stessi prelevato dal bacino. Una volta purificate, le cellule saranno somministrate al paziente nella speranza che possano contribuire a riparare il tessuto cerebrale dei pazienti.
“Negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni lavori clinici in aperto che suggeriscono che il trapianto autologo di cellule staminali mesenchimali raccolte dal midollo osseo sia ben tollerato ed efficace nei parkinsonismi”, ha illustrato Rosaria Giordano, direttore tecnico della Cell Factory "Franco Calori" del Policlinico di Milano. 
“Le cellule staminali somministrate riescono a raggiungere le aree cerebrali colpite dalla malattia e influenzano positivamente il tessuto circostante, riducendo la morte cellulare. Ecco perché questa metodica può risultare importante per riuscire a rallentare la progressione della malattia e ridurre i sintomi in pazienti per i quali al momento non esistono alternative terapeutiche”.
I primi risultati sono attesi entro i primi sei mesi dall’avvio dello studio, mentre quelli definitivi a un anno e mezzo.
“Ci auguriamo di ottenere presto dei risultati e offrire ai nostri pazienti un’opzione terapeutica in più in completa sicurezza”, ha aggiunto Pezzoli.
FRENARE IL TURISMO SANITARIO - “Questo anche con l’obiettivo di frenare un certo turismo sanitario, che oggi coinvolge circa il 10% dei pazienti affetti da PSP che si recano all’estero, principalmente in Germania, in Cina o in Sud America, per sottoporsi a infusioni con cellule staminali sia autologhe che eterologhe. A parte i costi piuttosto elevati (si parla di tariffe che vanno dai 10.000 ai 40.000 euro per infusione) è necessario ricordare che tali procedimenti sono nella maggior parte dei casi non efficaci e soprattutto espongono i pazienti a rischi piuttosto importanti, quali infezioni o encefalopatie, che sono dovute al fatto che le procedure in genere non soddisfano neanche i minimi standard sanitari”, ha concluso.

06 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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