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Obesità. Dopo i 40 anni aumenta il rischio di malattie renali

di Lisa Rapaport

La rivista Annals of Internal Medicine pubblica uno studio condotto in Corea su 62 mila persone. Allo scoccare dei 40 anni, la condizione di obesità associata a patologie renali balza da 3,5 a 19 casi ogni mille.

09 FEB - (Reuters Health) - Le persone obese sarebbero più esposte a malattie renali, anche quando l’aumento eccessivo di peso corporeo non è associato ad aumentata pressione sanguigna o a livelli elevati di zucchero nel sangue. A dimostrarlo è stato uno studio condotto su 62mila persone da ricercatori coreani e pubblicato sul numero di febbraio della rivista Annals of Internal Medicine. Per valutare in che modo il peso influenzi lo sviluppo di patologie renali, i ricercatori coreani hanno seguito, per una media di 6 anni, soggetti di età pari a circa 36 anni. Delle 62mila persone coinvolte il 59% era normopeso, il 21% era sovrappeso, il 13% era obeso e il 7% era sottopeso.
 
I risultati dello studio
Il legame tra obesità e malattie renali è risultato più pronunciato negli over 40. Tra i soggetti con meno di 40 anni, infatti, l’obesità era associata a 3,5 casi in più su 1000 di malattie renali rispetto ai normopeso. Ma dopo i 40 anni, l’aumento del rischio di alterazioni renali negli obesi balzava a 19 casi su 1000. “Questi dati contraddicono qualche precedente ricerca che dimostrava che gli individui obesi considerati ‘metabolicamente sani’ non sarebbero esposti ad un maggior rischio di incorrere in problemi renali, malattie cardiovascolari o altre patologie legate all’eccesso di peso - ha sottolineato il ricercatore che ha coordinato lo studio, Yoosoo Chang del Kangbuk Samsung Hospital Total Healthcare Center di Seoul -. È importante, dunque, che le persone mantengano uno stile di vita corretto e un peso adeguato per prevenire complicazioni conseguenti all’obesità”, ha concluso Chang.

Lo studio pubblicato ha in realtà dei limiti, come gli stessi ricercatori ammettono. Per valutare il grado di obesità, infatti, è stato considerato solo l’indice di massa corporea, che non distingue tra massa grassa e muscolare. Inoltre, mancherebbero i dati sul periodo in cui le persone sono state obese e su come il loro peso era cambiato nel corso dello studio. I risultati, tuttavia, suggeriscono che i medici dovrebbero sensibilizzare i pazienti obesi sul rischio di essere colpiti anche da malattie renali e incoraggiare queste persone a dimagrire e a cambiare il loro stile di vita.
 
Fonte: Ann Intern Med 2016
 
Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

09 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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