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Pediatria. Mamma e papà si accorgono di errori che sfuggono ai medici

di Lisa Rapaport

Secondo uno studio americano pubblicato su Jama Pediatrics, mamme e papà si accorgono di alcuni incidenti medici prima dei camici bianchi e per gli esperti le famiglie potrebbero essere una fonte importante per garantire maggiore sicurezza ai bambini.

02 MAR - (Reuters Health) - Secondo uno studio americano condotto in due unità pediatriche di un ospedale di Boston e pubblicato su Jama Pediatrics, i genitori spesso trovano errori medici che sfuggono ai camici bianchi. In questo senso per gli esperti le famiglie potrebbero essere una risorsa non ancora sfruttata per migliorare la sicurezza delle strutture sanitarie e prevenire gli sbagli. Secondo il lavoro infatti circa un genitore su 10 ha individuato errori sfuggiti al medico. "I genitori possono notare cose diverse rispetto al professionista e quindi fornire informazioni complementari che possono aiutare a rendere i trattamenti più sicuri", spiega Alisa Khan, autrice principale dello studio e ricercatrice in pediatria alla Harvard Medical School e al Boston Children's Hospital.
 
"Come sa chiunque sia mai stato ricoverato, gli ospedali sono strutture molto complesse con un sacco di ingranaggi e gli errori accadono, nonostante i nostri sforzi - aggiunge Khan in un'email all'agenzia Reuters Health - Penso che noi - genitori inclusi - possiamo lavorare tutti insieme per mantenere i bambini al sicuro".
 
Lo studio
Per valutare la frequenza con cui mamme e papà rilevano errori sfuggiti ai medici, Khan e colleghi hanno esaminato i dati di 383 piccoli pazienti ricoverati nel 2013 e 2014. I genitori hanno compilato un'indagine dettagliando ogni incidente che i loro figli hanno sperimentato durante il periodo trascorso in ospedale. Due medici hanno poi classificato le diverse azioni in errori medici, altri problemi qualitativi o situazioni dove non ci sono stati problemi di sicurezza. Complessivamente, 34 genitori (l'8,9% del campione) hanno riportato 37 incidenti di sicurezza, scrivono gli autori. Quando i medici li hanno esaminati, hanno visto che il 62% (23 casi) erano errori medici. Un altro 24% (9 situazioni) vedeva coinvolti altri problemi di qualità, mentre nel rimanente 14% (5 casi) non c'erano stati sbagli medici né altre complicazioni qualitative.

Dell'insieme di casi con sbagli medici, gli esperti hanno trovato che il 30% degli incidenti ha causato danni e sarebbe stato prevenibile. I bambini che subiscono errori di questo tipo devono affrontare una degenza più lunga e nel lavoro questi bimbi hanno fatto registrare problemi metabolici e neuromuscolari. Gli errori evitabili segnalati dai genitori includevano ritardi nel rilevare un corpo estraneo dimenticato dopo una procedura, nel riconoscimento e trattamento di ritenzione urinaria e nella somministrazione di antidolorifici. In un caso una ferita mal medicata è stata contaminata con le feci, mentre in un altro un bambino ha contratto un'infezione da un catetere endovenoso.

I genitori hanno individuato nei problemi di comunicazione un fattore che contribuisce al numero di errori, inclusi esempi nei quali il personale di giorno e di notte non ha notato un cambiamento di farmaco e le informazioni scritte per un paziente sono state trovate nella cartella clinica di un altro.
Oltre alle piccole dimensioni e al fatto che lo studio è stato condotto in un solo ospedale, altre limitazioni del lavoro sono il coinvolgimento di genitori che parlano inglese e il fatto che i partecipanti erano soprattutto donne con un alto livello di istruzione e benestanti, notano gli stessi autori della ricerca.
 
“Ciò nonostante, i risultati si aggiungono alla crescente mole di evidenze che suggeriscono che i medici possono essere spesso all'oscuro degli errori che riguardano i propri pazienti” sostiene Daniel Neuspiel, ricercatore in pediatria alla University of North Carolina School of Medicine di Charlotte, non coinvolto nello studio. "La frequenza specifica di questi errori può variare in altre popolazioni, ma sappiamo che si verificano in tutti i contesti clinici", aggiunge l'esperto.

Se lo studio è troppo piccolo per poter trarre conclusioni generali sui tassi di errore o sulla sicurezza, evidenzia però l'importanza per i genitori di farsi sentire quando sembra che qualcosa non vada nel trattamento dei figli, ricorda Irini Kolaitis, ricercatrice in pediatria alla Northwestern Feinberg School of Medicine di Chicago, non coinvolta nello studio. "Un genitore conosce il proprio figlio meglio di qualunque operatore sanitario, gli sta vicino durante il ricovero, ha un ruolo attivo nella fornitura di assistenza sanitaria in ospedale e dopo la dimissione e spesso ha sentore che ci sia qualcosa che non funziona - spiega Kolaitis - Per questi motivi, ogni errore percepito che i genitori riportano nel trattamento dei figli deve essere preso sul serio".
 
Fonte: JAMA Pediatrics 2016
 
Lisa Rapaport
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

02 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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