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Diabete. Bloccanti del sistema renina-angiotensina uguali ad altri antipertensivi

di Will Boggs

Rispetto ad altre classi di antipertensivi, i farmaci bloccanti del sistema renina-angiotensina sarebbero da preferire solo nei diabetici che hanno proteine e albumina nelle urine. Lo studio pubblicato dal British Medical Journal.

10 MAR - (Reuters Health) - Contrariamente a quanto affermano alcune linee guida, i bloccanti del sistema renina-angiotensina non sarebbero i migliori antipertensivi da utilizzare nei pazienti diabetici. Lo dimostra uno studio pubblicato dal British Medical Journal. L’American Diabetes Association e la National Kidney Foundation raccomandano i bloccanti del sistema renina-angiotensina come farmaci di prima scelta da utilizzare nelle persone con diabete e ipertensione. Tuttavia, le società europee di cardiologia e di ipertensione, nel corso dell’ottavo meeting su prevenzione, diagnosi e trattamento della ipertensione, hanno sottolineato che possono essere usate tutte le classi di farmaci che abbassano la pressione, mentre i bloccanti del sistema renina-angiotensina sarebbero da preferire in caso di pazienti con proteinuria e microalbuminuria.
 
Lo studio
Sripal Bangalore, della New York University School of Medicine, e colleghi hanno cercato di capire se i bloccanti del sistema renina-angiotensina fossero superiori di altri farmaci antiipertensivi nella prevenzione di eventi cardiovascolari e renali nelle persone con diabete. L’analisi ha preso in considerazione 19 studi clinici randomizzati, con un totale di 25mila diabetici, 96mila se si considerano gli anni di follow-up. In confronto ad altri medicinali che abbassano la pressione, i bloccanti del sistema renina-angiotensina hanno mostrato effetti simili su: rischio di morte, eventi cardiovascolari fatali, infarto, angina, insufficienza cardiaca, rivascolarizzazione, eventi cardiovascolari gravi, malattie renali e sospensione del farmaco a causa degli effetti avversi. Nel confronto individuale con altre classi di farmaci (calcio-antagonisti, diuretici tiazidici e beta-bloccanti), l’unica differenza significativa è stata la riduzione del rischio di insufficienza cardiaca dei bloccanti del sistema renina-angiotensina in confronto ai calcio-antagonisti. I risultati, inoltre, sono stati simili nei pazienti con nefropatie. “I dati – hanno dichiarato gli autori – sono in linea con quanto emerso nel corso del meeting europeo della società di cardiologia e di ipertensione”.

Secondo Jason Biederman, dell’Hypertension Nephrology Associates di Livonia, in Michigan, che ha recentemente rivisto l’uso dei bloccanti del sistema renina-angiotensina ma non era coinvolto nello studio, “la scelta della terapia antipertensiva dovrebbe essere fatta sulla base del paziente, dei fattori di rischio e sui potenziali effetti collaterali dei vari farmaci – ha dichiarato alla Reuters Health -. La meta-analisi, comunque, suggerisce un’equivalenza tra le terapie nei diabetici senza microalbuminuria, macroalbuminuria o proteinuria. Tuttavia – ha precisato – gli studi mostrano un beneficio nell’uso dei bloccanti del sistema renina-angiotensina nei diabetici nei quali si rilevi la presenza di proteine e albumina nelle urine”. “Il grado di abbassamento della pressione sanguigna è anche importante – ha spiegato Biederman – dal momento che diversi studi suggeriscono che nei diabetici una pressione sistolica inferiore a 120 potrebbe essere dannosa in termini di benefici ai reni”, ha concluso l’esperto.

Fonte: BMJ 2016

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

10 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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