16 MAR - (Reuters Health) - I farmaci inibitori della biosintesi dell’acido teicoico, uno dei componenti della parete batterica, potrebbero ripristinare la suscettibilità dello Staphylococcus aureus meticillina-resistente agli antibiotici beta-lattamici. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science Translational Medicine.“Il trattamento con agenti non antibiotici come tarocina A o B ristabilirebbe l’efficacia degli antibiotici beta-lattamici, che altrimenti sarebbero inutili”, ha dichiarato Christopher Tan, dei Merck Research Laboratories di Kenilworth, in New Jersey. “L’effetto sinergico nel combattere il batterio è stato osservato sia in colture cellulari che in animali da laboratorio infettati e immuno-compromessi”, ha sottolineato.
Lo studio
Le tarocine bloccano TarO, l’enzima responsabile del primo passaggio della biosintesi degli acidi teicoici negli stafilococchi. Tan e colleghi hanno valutato gli effetti di questi agenti, tarocina A e B, su ceppi di stafilococco meticillina-resistente. Entrambe le tirocine hanno inibito in modo efficace l’attività dell’enzima TarO, che sarebbe implicata nella resistenza del batterio agli antibiotici beta-lattamici. In particolare, la tirocina A avrebbe ridotto di 50 volte la concentrazione minima inibitoria dei beta-lattamici necessaria per combattere lo stafilococco e avrebbe ristabilito la potenza dell’antibiotico tra il 75 e l’82% della sua efficacia, sulle colture isolate. Le tarocine, infatti, avrebbero mostrato un potente effetto sinergico insieme con l’antibiotico beta-lattamico imipenem su ceppi meticillino-resistenti sia di Staphylococcus aureus che di Staphylococcus epidermidis. Nel modello animale infettato con Staphylococcus aureus, mentre dicloxacillina e toracina A somministrate da sole non avevano effetto, la co-somministrazione avrebbe invece determinato una significativa riduzione, dose-dipendente, del batterio dopo 24 ore.
Direttore generale
Ernesto Rodriquez