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I giovani conoscono il melanoma, ma non fanno nulla per proteggersi


Un sondaggio condotto su più di 1200 studenti abruzzesi mostra che poco più di uno su dieci dichiara di proteggersi dal sole. Quasi uno su due non lo fa mai. Anche se la quasi totalità di essi conosce i rischi a cui va incontro

28 APR - Gli studenti italiani conoscono i rischi correlati all’esposizione solare, i nomi dei tumori e le cause, tuttavia poco più di uno su dieci dichiara di proteggersi mentre il 40% afferma di non ricorrere mai ad alcuna misura protettiva. Inoltre le ragazze sono più informate dei maschi però non resistono alla tentazione di qualche lampada si troppo.
Sono questi alcuni dei risultati emersi da un sondaggio effettuato dalla Clinica dermatologica dell’Università de L’Aquila su 1204 alunni di licei e istituti tecnici abruzzesi e che verrà presentato in occasione dell’86° Congresso nazionale della SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) che si terrà a Verona dal 18 al 21 maggio.
“L’indagine è stata condotta alcuni mesi fa, tramite un questionario di dieci domande, riguardanti la conoscenza dei tumori cutanei e il comportamento nei confronti dell’esposizione solare. La consapevolezza globale è stata valutata mediante un’analisi caso-controllo, che ha preso in considerazione le risposte a una combinazione di domande riguardanti conoscenza e comportamento”, ha spiegato Ketty Peris, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università de L’Aquila.
La ricerca evidenzia che la maggior parte degli studenti (97%) ha sentito parlare dei tumori cutanei  e ha correttamente identificato le cause (59%) e i nomi (64%) dei tumori; inoltre ha giudicato in maniera appropriata il livello di pericolosità dei raggi solari (70%) e delle neoplasie cutanee (80%). Al contrario, solo il 13% degli intervistati dichiara di proteggersi sempre dai raggi solari, mentre il 39% riferisce di non ricorrere mai ad alcuna misura protettiva. “Nel rapporto con il sole abbiamo notato anche alcuni aspetti di comportamento diverso nei due sessi –ha aggiunto Peris - ad esempio le ragazze sono sicuramente più informate sui rischi associati all’esposizione non corretta eppure non rinunciano ai lettini solari, inoltre, se devono proteggersi dal sole, preferiscono mettersi sotto l’ombrellone o andare in posti all’ombra, mentre i ragazzi restano comunque sotto il sole, indossando però una maglietta e il cappellino”.
Altro dato emerso dall’indagine è l’influenza notevole del dermatologo nel veicolare le informazioni di prevenzione. Il 90% degli intervistati afferma infatti di conoscere le nozioni di base, grazie alle spiegazioni dello specialista. 
“Questo studio suggerisce che figure chiave come i dermatologi e poi anche i medici di medicina generale e i membri familiari potrebbero giocare un ruolo importante”, ha commentato Giampiero Girolomoni, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Verona. “In particolare - ha aggiunto lo specialista - il dermatologo dovrebbe rivestire un ruolo primario nell’educazione della popolazione giovanile nell’esposizione solare e sui tumori della cute.  Infatti, nonostante un buon livello di conoscenza, è evidente un comportamento altamente insoddisfacente tra gli studenti intervistati. Non dobbiamo dimenticare che rafforzare le convinzioni sulla giusta esposizione da giovani, significa evitare l’insorgere di gravi patologie da adulti”. 

28 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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