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Oncologia. Arriva lo spray nasale contro il dolore improvviso


Sarà a breve disponibile anche in Italia il primo spray nasale a base di fentanyl, oppioide ad alta efficacia e buona tollerabilità, che permetterà alleviare il dolore intenso quando si verifica in modo improvviso. Un problema per il 30% dei malati neoplastici in trattamento attivo e il 70% di quelli in fase avanzata.

28 APR - Il dolore che spesso accompagna le malattie croniche ha dignità e dovere di trattamento al pari della patologia stessa, un diritto sancito di recente da una legge, la 38/2010, che ha segnato una vera svolta per il nostro paese. Nell’ambito del dolore cronico, che affliggerebbe 26 milioni di italiani, il capitolo preminente resta quello oncologico, risulta ne soffrano circa il 30% dei malati neoplastici in trattamento attivo e il 70% di quelli in fase avanzata. Un problema nel problema è poi il cosiddetto “breakthrough cancer pain”, o BTcP, vale a dire degli episodi molto intensi e improvvisi, con un picco a 3 minuti dall’insorgenza e una durata media di 30 (entro un’ora nel 90% dei casi), in numero medio di 1-4 al giorno. Ne soffre il 60% dei pazienti con dolore cronico da cancro, anche adeguatamente trattato, e l’impatto è oltre che sul piano fisico su quello psicologico e sociale perché si riducono ulteriormente l’autonomia e la qualità di vita. Per questi malati giunge ora però una soluzione innovativa rispetto all’approccio attuale della via orale: si tratta dello spray nasale a base di fentanyl, oppioide ad alta efficacia e buona tollerabilità già disponibile nella formulazione per via transmucosale orale. Il principale vantaggio è la rapidità d’azione, maggiore che nella via orale, tanto che nella maggior parte dei casi dopo 10 minuti il dolore intenso arriva a dimezzarsi, entro 20 minuti diventa lieve; altro beneficio è la praticità, per la facilità della somministrazione, adatta all’uso domiciliare.
L’obiettivo è rispondere alle caratteristiche temporali di questo tipo di dolore, nell’ottica del principio di appropriatezza. Lo spray di oppioide ha dalla sua anche adeguata durata d’azione, circa un’ora, assenza di metabolismo da primo passaggio, elevata biodisponibilità; si somministra uno spruzzo in una narice e a seconda dell’effetto dopo 10 minuti si può procedere con una dose aggiuntiva nell’altra. “A tutt’oggi non c’è un protocollo terapeutico riconosciuto per il BTcP, in maggioranza si usano “medicazioni di salvataggio” con dosi addizionali dello stesso oppioide usato per il gestire il dolore cronico di base” ha precisato Augusto Caraceni, direttore Struttura complessa di cure palliative, terapia del dolore e riabilitazione dell’Int, vicepresidente Società europea cure palliative e vicedirettore Centro europeo di ricerca in cure palliative. “Per questo stiamo per pubblicare le nuove linee-guida europee sulla gestione del dolore cronico con analgesici oppioidi. E’ importante comunque che i pazienti vengano resi consapevoli che il dolore può essere curato in tutte le situazioni e le fasi della malattia, tanto quanto la malattia stessa. Il target delle cure palliative è il dolore totale, fisico e psicologico, vuol dire controllare la qualità di vita di questi pazienti (non necessariamente terminali), come stabilisce anche l’Oms”.  Fine recepito dalla legge 38/2010, per la quale, ha ricordato Guido Fanelli, coordinatore della Commissione dolore del Ministero della salute “nel dicembre scorso la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le linee-guida per l’attuazione nelle Regioni: alcune di esse (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Lombardia in dirittura d’arrivo), rappresentative del 70% della popolazione, hanno già deliberato leggi regionali per l’attuazione. Manca ancora però un monitoraggio capillare regionale del consumo degli oppioidi e dell’appropriatezza prescrittiva: bisogna evitare inadeguatezze e difformità territoriali dei trattamenti, ma anche gli abusi segnalati in altri paesi”.
Che sul fronte terapia del dolore la situazione in Italia stia cambiando lo indicano comunque i dati sul consumo di farmaci oppioidi, con un aumento del 13,8% delle unità dispensate in regime Ssn nel periodo gennaio-agosto 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009; un progresso è inoltre la crescita da 0,67 euro di consumo procapite di analgesici oppioidi nel 2007 a 1,18 euro nel 2010. In un survey condotto nel marzo 2011 dal sito Doloredoc.it tra 523 specialisti del dolore e 184 medici di Medicina generale, oltre il 70% giudica che l’attenzione al problema sia molto aumentata negli ultimi due anni, e ben il 98,5% ritiene che sia necessaria un’ulteriore formazione sul BTcP nei malati oncologici. Riguardo ai medici di Medicina generale la Simg, in linea con la legge 38, sta conducendo nel 2010-2011 in cinque Regioni il Progetto Compass “Un sistema di monitoraggio dell’approccio al dolore, attraverso 20 indicatori di performance che i medici possono autovalutare o confrontare con quelli del gruppo Compass” ha spiegato Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico, responsabile nazionale Area cure palliative e medicina del dolore, della Simg. “Le cure palliative rappresentano da tempo una priorità per i Mmg, sensibilità e competenze sono aumentate: tuttavia c’è spazio per migliorare, per esempio sul livello della prescrizione di oppiacei che in Italia è ancoa basso. Per alcuni tipi di dolore, come il BTcP, è necessaria anche una formazione specifica”.  Utile è poi l’Osservatorio italiano Cure Palliative (Oicp), che dal 2001 informa, attraverso il sito www.oicp.org, su due fronti: fornisce indirizzi di centri, hospice e fondazioni con le rispettive caratteristiche, e aggiorna su studi clinco-epidemiologici e ricerche. Sulla terapia del dolore l’evoluzione è in atto. “Anche il paziente deve fare la sua parte” ha sottolineato Caraceni “insistendo perché il dolore riceva giusta attenzione, per esempio venga riportato nella cartella clinica e monitorato”.

Elettra Vecchia
 

28 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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