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Autismo: due ormoni facilitano la socializzazione


Uno studio condotto dal Cnr di Milano su topi geneticamente modificati per presentare un disturbo simile all’autismo, mostra che gli ormoni ossitocina e vasopressina alleviano i disturbi del comportamento sociale e cognitivo.

09 MAG - Al momento è solo un promettente filone di ricerca, dal momento che tutti gli esperimenti sono stati condotti soltanto su modelli animali. Tuttavia, uno studio condotto dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Milano in collaborazione con altre 5 università e pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, dimostra che gli ormoni ossitocina e vasopressina hanno la capacità di influire positivamente sui difetti sia di socialità sia di flessibilità cognitiva degli individui autistici adulti.“Per mettere a punto e validare un possibile approccio terapeutico per i disturbi dello spettro autistico, abbiamo condotto un’approfondita caratterizzazione di modelli murini (topi geneticamente modificati) privi del recettore dell’ossitocina nel sistema nervoso centrale”, ha spiegato la coordinatrice della ricerca Bice Chini dell’In-Cnr. “In mancanza di tale recettore, questi animali mostrano alterazioni della memoria sociale e ridotta flessibilità cognitiva, riproducendo quindi il nucleo centrale della sintomatologia autistica, che consiste in deficit delle interazioni sociali, anomalie della comunicazione, rigidità cognitiva e interessi ristretti”.
I dati dei ricercatori “hanno evidenziato che gli animali non familiarizzano con altri soggetti della stessa specie e, soprattutto, non sono in grado di distinguere un topolino già incontrato da uno nuovo”, ha aggiunto Mariaelvina Sala dell’Università Statale di Milano e tra gli autori della ricerca. “Inoltre, presentano deficit molto caratteristici di flessibilità cognitiva: sono capaci di apprendere un compito in maniera molto efficiente, ma una volta appreso non sono in grado di abbandonarlo per acquisirne uno nuovo al cambiare delle condizioni ambientali, dimostrando una peculiare rigidità cognitiva. Abbiamo notato anche che gli animali sono più aggressivi e, se trattati con dosi normalmente inefficaci di agenti farmacologici convulsivanti, rispondono con crisi di tipo epilettico, manifestazioni queste frequentemente associate alla sintomatologia autistica, che indicano un aumento della loro eccitabilità cerebrale di base”.  Su questi topi, la somministrazione di ossitocina e vasopressina è in grado di ripristinare tutti i deficit riscontrati anche in giovani animali adulti. “I risultati del nostro studio”, ha concluso Chini, “sono importanti perché, dimostrando che deficit comportamentali e cognitivi legati a un’alterazione dell’eccitabilità neuronale in età evolutiva possono essere modulati in età adulta dai due ossitocina ed vasopressina, preludono a potenziali nuovi approcci terapeutici basati sull’uso di queste molecole”.

09 maggio 2011
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