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Traumi cerebrali. Il ritmo sonno-veglia alterato per oltre 18 mesi

di Marilynn Larkin

I disturbi del ritmo sonno-veglia dopo un trauma cerebrale potrebbero persistere per 18 mesi o più, ma non sarebbero sempre riconosciuti dai pazienti. A sostenerlo è una ricerca svizzera pubblicata sull’ultimo numero di Neurology. Secondo Lukas Imbach dell’University Hospital di Zurigo e colleghi, solo negli Stati Uniti sono circa 1,7 milioni le persone che hanno sofferto di un danno cerebrale di origine traumatica.

06 MAG - (Reuters Health) - I disturbi del ritmo sonno-veglia dopo un trauma cerebrale potrebbero persistere per 18 mesi o più, ma non sarebbero sempre riconosciuti dai pazienti. A sostenerlo è una ricerca svizzera pubblicata sull’ultimo numero di Neurology. “Dal momento che sempre più persone soffrono di disturbi del sonno-veglia dopo un trauma cerebrale di qualunque entità, anche l’incidenza di nuovi casi di questo disturbo starebbe aumentando”, hanno spiegato gli autori della ricerca.
 
Lo studio
Per valutare le conseguenza a lungo termine dei disturbi del sonno post-traumatici, Imbach e colleghi hanno preso i dati raccolti in un recente studio prospettico che valutava il disturbo del sonno veglia 18 mesi dopo un trauma leggero, moderato e severo. I ricercatori hanno valutato 140 pazienti, di cui 60 rientravano nei criteri di inclusione dello studio, che comprendevano non aver subito altri traumi in precedenza, non aver mai sofferto di disturbi del sonno veglia e non avere altre comorbidità. I ricercatori hanno quindi confrontato i risultati con i dati raccolti da 42 persone sane che corrispondevano per età, sesso e durata del sonno.

I risultati
A 18 mesi dal trauma, 31 pazienti hanno risposto a domande sui cambiamenti delle loro abitudini del sonno, sulla loro situazione lavorativa, sulle ore sveglie durante il giorno e sulla stanchezza. Inoltre, i pazienti si sono anche sottoposti a diversi test del sonno tra cui video-polisonnografia notturna e actigrafia del polso per due settimane. Il bisogno di sonno nelle 24 ore era aumentato passando da sette o otto ore tra i pazienti che avevano subito un trauma rispetto alle persone sane. Inoltre, la prevalenza di eccessiva sonnolenza diurna cronica, misurata in modo oggettivo, è stata del 67% nei pazienti con trauma cerebrale rispetto a 19% tra i controlli e la prevalenza e il grado di severità erano simili a sei e a diciotto mesi.

Al contrario, quando la misurazione era fatta in modo soggettivo, l’eccessiva sonnolenza diurna sembrava normale, indicando che i pazienti non si rendevano conto del problema ed “enfatizzando che per valutare i disordini sonno veglia non può bastare l’auto-valutazione”, hanno sottolineato gli autori. Dunque, anche se i disturbi sonno veglia dopo un trauma cerebrale “sono molto comuni e persistono per un lungo periodo di tempo”, sono trascurati dalla maggior parte dei pazienti.

I commenti
Secondo Brian Edlow, del Massachusetts General Hospital di Boston, che ha scritto un editoriale a commento dello studio, “se i pazienti non si rendono conto dei problemi del sonno o della sonnolenza diurna, noi come medici dovremmo ripensare il nostro approccio alla valutazione e alla diagnosi dei disturbi del sonno post-traumatici”.

“La questione importante che questo studio solleva – ha dichiarato l’esperto – è se i medici devono fare una diagnosi formale dei disordini del sonno su tutti i pazienti che subiscono un trauma. Una domanda rilevante, se consideriamo che Imbach e colleghi hanno preso in considerazione pazienti con traumi di qualsiasi grado di severità. Tuttavia,le implicazioni mediche ed economiche per sottoporre tutti i pazienti a questi studi sono vaste e richiedono un’attenta considerazione dalla comunità medica”.

Fonte: Neurology 2016

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

06 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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