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Donne con disturbi alimentari: il contraccettivo può fare cilecca


Sono circa 300 mila le donne colpite da Disturbi del comportamento alimentari in Italia. Per esse, e per le bulimiche in particolare, anche la contraccezione può essere un problema.

11 MAG - Sono oltre 300 mila le donne in età fertile colpite da Disturbi del comportamento alimentare in Italia. Un dato probabilmente molto sottostimato: in quasi la metà dei casi, infatti, il disturbo può rimanere a lungo ignorato per l’elevata incidenza di forme precliniche/borderline e per l’ostinata rimozione-negazione del disturbo da parte della persona che ne soffre. “Si tratta di problematiche serie, sempre più diffuse nella società, che vanno affrontate con un approccio multidisciplinare in cui va preso in considerazione, però, anche l’aspetto contraccettivo, spesso trascurato”, ha spiegato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano. “Tanto i comportamenti di tipo anoressico quanto quelli di tipo bulimico, infatti, non solo hanno conseguenze rilevanti sul piano della salute psicofisica della donna ma possono compromettere l’efficacia del contraccettivo orale”.
La bulimia, in particolare, caratterizzata da un’alternanza di abbuffate di cibo e “condotte di eliminazione” quali vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo, espone a un elevato rischio le donne.Comportamenti, che espongono la donna bulimica che assume contraccettivi ormonali per bocca al rischio di mancata copertura contraccettiva. “Questo - ha aggiunto Graziottin - perché il vomito autoindotto, l’accelerato transito intestinale e la diarrea causati dall’uso di lassativi possono compromettere l’assorbimento intestinale degli ormoni steroidei contenuti nel contraccettivo orale, così come compromettono l’assorbimento dei nutrienti e delle calorie contenuti nel cibo. La donna bulimica può trovarsi così esposta, inconsapevolmente, oltre che a un’accentuata irregolarità del ciclo mestruale, già tipica di questa condizione, al rischio di gravidanze indesiderate. Per queste donne, il contraccettivo transdermico può essere la soluzione più adatta per proteggerle”.
Il cerotto, infatti, grazie alla somministrazione degli ormoni attraverso la via transdermica, e quindi con un passaggio diretto cerotto-pelle-sangue, salta la via gastrointestinale consentendo di superare i problemi di scarso assorbimento provocati da vomito e diarrea.“Nella donna bulimica un altro elemento da considerare per la scelta contraccettiva è la sua ossessione per il peso, o meglio la paura di ingrassare”, ha proseguito Graziottin. “E da questo punto di vista il cerotto presenta dei vantaggi. La sua dimostrata ininfluenza sul peso e sulla composizione corporea può, infatti, rassicurarla rispetto all’assillo del peso e garantirle una corretta copertura contraccettiva”.
“Ma non sono solo le pratiche eliminatorie e l’assillo per il peso a rendere preferibile il cerotto nelle donne con problemi di DCA”, ha concluso. “L’altro elemento è l’effetto sul metabolismo osseo”. In queste donne, infatti, potrebbe esserci un problema di bassa densità minerale ossea, con osteopenia, osteoporosi e un maggior rischio di fratture. Il motivo risiede sia nello scarso assorbimento di proteine/vitamine/sali minerali che nella diminuzione dei livelli di estrogeni, data dalla irregolarità mestruale (amenorrea e oligomenorrea), che il disturbato comportamento alimentare e nutritivo comportano. E come dimostrato da un recente studio clinico la contraccezione transdermica mantiene il corretto metabolismo osseo, grazie ai costanti livelli plasmatici estrogenici.

11 maggio 2011
© Riproduzione riservata

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