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La crisi economica fa impennare la mortalità per tumore

di Maria Rita Montebelli

Un’analisi longitudinale condotta da università americane ed inglesi rivela che la grande crisi economica del 2008 ha avuto un impatto pesante sulla mortalità per tumori, gravando in particolare sulle neoplasie trattabili. Colpa dell’aumento dei tassi di disoccupazione, ma anche dei tagli alla sanità pubblica, l’unico baluardo della salute dei cittadini in tempi di crisi

26 MAG - La disoccupazione uccide. Anche di cancro. Lo rivela uno studio pubblicato oggi su Lancet che, esaminando le statistiche di mortalità relative agli anni successivi al 2008, annus horribilis della crisi economica mondiale, ha stimato in 260.000 i morti per tumore in eccesso nei Paesi OCSE, 160.000 dei quali nell’Unione Europea.
 
E’ il primo studio al mondo ad analizzare gli effetti della crisi economica sulla mortalità per tumore e l’amara conclusione degli autori è che sia la disoccupazione, che i tagli alla sanità pubblica giocano un ruolo evidente in queste morti di troppo. Ancora più amara la constatazione che le morti in eccesso sono quelle evitabili, cioè quelle relative a tumori considerati ‘trattabili’ (cioè con un tasso di sopravvivenza superiore al 50%), come quelli di mammella, colon-retto e prostata.
 
“il cancro è un’importante causa di mortalità in tutto il mondo – afferma il dottor Mahiben Maruthappu dell’Imperial College di Londra -  quindi comprendere come i cambiamenti economici possano influenzarne la sopravvivenza è di importanza cruciale. Nel nostro studio abbiamo riscontrato che un aumento dei tassi di disoccupazione si associa ad un’aumentata mortalità per cancro e che la copertura sanitaria universale protegge da questi effetti, soprattutto nel caso dei tumori trattabili. La spesa sanitaria è strettamente correlata alla mortalità per tumore e questo suggerisce che i tagli alla sanità potrebbero costare delle vite”.
 
Gli autori della ricerca, ricercatori delle università di Harvard, di Oxford, dell’Imperial College e del King’s College di Londra, hanno utilizzato dati della Banca Mondiale e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla ricerca di un collegamento tra disoccupazione, spesa sanitaria e mortalità per cancro in 75 nazioni, per oltre 2 miliardi di persone. Sono stati analizzati i trend del ventennio 1990-2010. Diversi i tumori considerati in quest’analisi, tra i quali prostata, mammella, colon-retto, polmone; i tumori sono stati inoltre classificati come ‘trattabili’ (tassi di sopravvivenza superiori al 50%) e ‘non trattabili’ (tassi di sopravvivenza inferiori al 10%).
 
L’analisi ha rivelato che un aumento del tasso di disoccupazione si associa ad un’aumentata mortalità per tutti i tipi di cancro, particolarmente evidente nel caso dei tumori cosiddetti ‘trattabili’. Un dato questo – sottolineano gli autori – che rinforza l’importanza di avere un facile accesso alle cure.
Gli studiosi hanno calcolato che ad ogni aumento dell’1% del tasso di disoccupazione corrisponde un aumento di mortalità stimato in 0,37 morti per tumore in più per 100.000 persone. Per quanto riguarda l’effetto dei tagli alla sanità la stima è di 0,0053 morti in più per 100.000 persone per ogni riduzione dell’1% della spesa sanitaria, come percentuale del PIL.
 
In una seconda parte dello studio i ricercatori hanno estrapolato questi risultati per le nazioni OCSE (alcune delle quali non incluse nella banca dati originale), ottenendo così la ragguardevole cifra di 263.221 morti per cancro in eccesso, 169.129 dei quali nei Paesi dell’Unione Europea.
 
“Nelle nazioni senza copertura sanitaria universale, l’accesso all’assistenza sanitaria viene spesso offerto come parte del pacchetto lavorativo - spiega il Professor Rifat Atun della Harvard University –  Da disoccupati dunque i pazienti possono ricevere una diagnosi tardiva ed essere trattati in ritardo o in modo non ottimale”.
 
Nel 2012 sono stati 8,2 milioni i decessi per tumore, ma le stime per il 2030 li danno a 14 milioni. La crisi economica iniziata nel 2008 ha prodotto un’impennata dei tassi di disoccupazione e causato tagli alla sanità pubblica in diversi Paesi. Altri studi si sono già occupati dell’impatto di questi cambiamenti a livello della salute mentale e fisica (ne sono esempio l’aumento del tasso di suicidi e delle malattie cardiovascolari).
 
I risultati di questo nuovo studio indicano naturalmente solo la presenza di un’associazione tra mortalità, disoccupazione e spesa pubblica. Non è facile provare da questo l’esistenza di una relazione causa-effetto. Tuttavia, molto significativa è la correlazione cronologica, tra l’aumento dei tassi di disoccupazione e la mortalità per tumore, che supporta l’ipotesi di un link di causalità.
 
“Questi dati – commentano in un editoriale Graham A. Colditz della Washington University School of Medicine, St Louis (USA) e Karen M Emmons, Kaiser Foundation Research Institute, Oakland (USA) - confermano che la copertura sanitaria universale è in grado di ridurre il pesante tributo imposto dai tumori, rendendo possibile implementare i trattamenti basati sulle evidenze e le strategie di prevenzione già disponibili. La copertura sanitaria universale è anche uno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile del Development Programme delle Nazioni Unite e viene descritto come il singolo concetto più potente che la sanità pubblica ha da offrire”.
 
Maria Rita Montebelli

26 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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