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Sistemi anti-taccheggio dei negozi possono far fermare i pacemaker e disturbare i defibrillatori

di Maria Rita Montebelli

A dare l’allarme una ricerca presentata al congresso CARDIOSTIM - EHRA EUROPACE 2016. I pazienti portatori di device dovrebbero attraversare i varchi a passo spedito, senza avvicinarsi troppo alla colonnine di rilevamento. Pericolo anche per i bimbi portatori di pacemaker se gattonano su un pavimento sotto il quale è impiantato un rilevatore. I cardiologi invitano i negozianti a tenere ben visibili i sistemi di rilevamento anti-taccheggio.

08 GIU - Pacemakere defibrillatori sono device critici per la vita di un paziente. Sebbene gli eventi avversi riportati con i sistemi anti-taccheggio siano rari, un’esposizione prolungata ai rilevatori può causare una perdita degli impulsi generati dal pacemaker, fino a lasciare il paziente senza battito cardiaco o, nel caso dei defibrillatori, ad erogare delle scariche inappropriate.
 
Il problema non è nuovo, visto che già nel 2000 l’FDA consigliava ai portatori di pacemaker e defibrillatori di non restare troppo  lungo in prossimità dei rilevatori anti-taccheggio. Ma da allora le ditte produttrici di questi sistemi anti-furto hanno creato delle antenne invisibili, nascoste sotto il pavimento, nelle pareti, all’interno delle porte. I cardiologi consigliano ai pazienti di non soffermarsi vicino e di non appoggiarsi ai rilevatori anti-taccheggio, ma è un consiglio difficile da seguire se questi sono nascosti.
 
Lo studio presentato al CARDIOSTIM - EHRA EUROPACE 2016 è stato realizzato presso la Georgia Tech Research Institute (GTRI) di Atlanta (USA), proprio per valutare la sicurezza dei nuovi sistemi anti-taccheggio. In particolare è stato valutato il funzionamento di pacemaker e defibrillatori (ICD) di cinque diverse aziende, cimentandoli con i tre tipi di sistemi anti-taccheggio elettronici più utilizzati al momento: piedistalli (di 5 aziende diverse), sistemi all’interno degli infissi delle porte o da muro (di 2 aziende diverse), rilevatori da posizionare sotto il pavimento (di 2 aziende diverse). Sono stati ottenuti risultati, inquadrabili in 4 categorie: nessuna interferenza; inibizione prolungata dal pacemaker; shock inappropriati; malfunzionamento dei sistemi anti-tachicardia o shock subclinici.
 
I test sono stati effettuati immergendo pacemaker e ICD all’interno di un contenitore ripieno di soluzione salina che mima le proprietà elettriche dei tessuti del corpo.  Le derivazioni cardiache dei device sono state posizionate nella stessa forma ad ansa che si ritrova nei pazienti in carne ed ossa e i device sono stati testati in modalità unipolare e bipolare. I device sono stati inseriti, ad altezza uomo in un robot che mimava il passaggio di una persona attraverso le colonnine di rilevamento anti-taccheggio, o che si soffermava in prossimità delle colonnine o che ci si fermava di fronte.
 
Questi esperimenti hanno portato a scoprire che i sistemi a piedistallo interferiscono con il funzionamento dei device quando ci si passa molto vicino o se ci si sofferma nelle loro vicinanze. Quelli soggetti alle interazioni più pericolose sono risultati i device a sensing unipolare, che nelle condizioni riprodotte dall’esperimento hanno mostrato una prolungata inibizione del pacing e il rilascio di shock inappropriati. Gli strumenti programmati con sensing bipolare hanno presentato un minor numero di interazioni; ma anche in questo caso sono stati rilevati shock inappropriati e alterazioni delle funzioni anti-tachicardiche.
 
“Abbiamo rilevato la presenza di interazioni significative – afferma il professor Robert Stevenson, Greatbatch Medical , Santa Clarita, California - con quasi tutti i pacemaker e gli ICD quando il robot si portava molto vicino al sistema antitaccheggio e quando il loop dei cateteri si trovava parallelo a questo. Da queste osservazioni abbiamo stabilito che le condizioni più rischiose sono trovarsi di fronte  ad una colonnina di rilevamento anti-taccheggio o trovarsela alle spalle; a rischio è anche la condizione di un bambino portatore di pacemaker che gattona sopra un sistema anti-taccheggio collocato sotto il pavimento”.
I varchi con i sistemi di rilevamento nascosti nella cornice della porta sembrano essere alla fine quelli meno pericolosi.
 
“Per quanto riguarda il sensing unipolare, alle volte è necessario; ma dai risultati del test riteniamo di dover invitare i cardiologi ad utilizzare il sensing bipolare, poiché è più bassa la possibilità di interferenza. I medici dovrebbero inoltre mettere in guardia i loro pazienti dai potenziali pericoli dei sistemi anti-taccheggio, invitandoli ad esempio ad evitare di fermarsi all’entrata dei negozi, neppure per mettersi seduti su sedie o divanetti”.
 
I sistemi anti-taccheggio sono praticamente ubiquitari; si stima che nel mondo ve ne siano installati oltre 800 mila. Non ci sono problemi se il paziente cammina a passo spedito attraverso i varchi, ma le soste sulla porta o nelle immediate vicinanze possono essere pericolose. Un vero problema è rappresentato dalle colonnine di rilevamento nascoste dietro la pubblicità o la merce in vendita, perché i portatori di pacemaker possono sostare di fronte al sistema anti-taccheggio senza accorgersi del pericolo; altra minaccia può venire dal sedersi sopra ad un sistema anti-taccheggio installato sotto il pavimento. Le aziende produttrici di questi sistemi dovrebbero dunque invitare i gestori di negozi e supermercati a mettere ben in vista le colonnine o gli altri sistemi di rilevamento anti-taccheggio.
 
Maria Rita Montebelli

08 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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