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Malattie digestive per 1 italiano su 5. Ogni anno 10 milioni di giornate di ricovero


Ne soffre un italiano su cinque. E l’impatto sul Sistema sanitario nazionale è sempre più forte. Basti pensare che ogni anno si fanno circa 2 milioni tra ricoveri e visite ambulatoriali per disturbi all’apparato digerente, con 10 milioni di giornate di degenza ospedaliera e 82.000 decessi all’anno. Per sensibilizzare queste malattie, si svolgerà dal 23 al 27 maggio “La prima Settimana delle malattie digestive”, con visite gratuite in oltre 50 centri specialistici.

18 MAG - Un italiano su cinque digerisce male o addirittura soffre di autentiche patologie dell’apparato digerente. E il numero è in crescita. Nel nostro Paese le malattie dell’apparato digerente sono spesso legate allo stress, ma anche all’alimentazione scorretta. In particolare, cresce il colon irritabile, mentre calano gastrite e ulcera. A preoccupare di più gli esperti è il tumore del colon, ma anche l’esofago di Barret. Da segnalare, inoltre, l’incremento del morbo celiaco e delle malattie infiammatorie intestinali: stabile invece la colite ulcerosa, che colpisce soprattutto i giovani. Sono conosciuti quasi tutti i fattori di rischio legati all’insorgenza di queste patologie, in molti casi connessi ad abitudini e stili di vita errati come l’abuso di alcol e di tabacco, le diete ricche di grassi, condizioni di stress fisico ed emotivo. Da qui la necessità di diffondere informazioni e corretti stili di vita. Per questo nasce “La prima Settimana delle malattie digestive”, in programma dal 23 al 27 maggio con la partecipazione di oltre 50 centri specialistici distribuiti sull’intero territorio nazionale.
Obiettivo del progetto, organizzato dalla Sige (Società Italiana di Gastroenterologia) assieme ad Aigo (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri), e dalla Sied (Società Italiana Endoscopia Digestiva), è quello di creare un collegamento tra il territorio (la medicina di base) e la medicina specialistica (l’Ospedale) per arrivare a fare diagnosi di malattie digestive attraverso una visita specialistica prima di effettuare interventi diagnostici invasivi per il paziente e costosi per la sanità pubblica.
“In linea di massima ogni centro offrirà 5 visite al giorno per 5 giorni”, ha spiegato il Presidente della Sige, Gianfranco Delle Fave, 'regista' del progetto. Scopo finale: inaugurare "un nuovo modello organizzativo fondato su un collegamento tra ospedale e territorio. Gli 8.000 medici selezionati sull’intero territorio nazionale – ha spiegato Delle Fave - invieranno presso i centri identificati i pazienti ai quali verrà riscontrata una sospetta malattia dell’apparato digerente.”
Le malattie digestive costituiscono la prima causa di ricorso alle strutture sanitarie, con circa 2 milioni tra ricoveri e visite ambulatoriali all'anno, 10 milioni di giornate di degenza ospedaliera e 82.000 decessi. Ma soltanto il 7,8% dei pazienti con problemi all'apparato digerente viene ricoverato nei reparti di gastroenterologia: la maggioranza invece non gode di assistenza specialistica e ciò è causa di maggiori costi per il Servizio sanitario nazionale.
“Ogni anno circa 2 milioni di persone vengono ricoverate per malattie dell’apparato digerente, ma purtroppo la maggior parte di questi pazienti vengono ricoverati in reparti non di gastroenterologia ma sono per esempio di medicina, chirurgia, malattie infettive ed altri – ha aggiunto Santo Monastra, presidente dell’Aigo - . Tutto questo ha un costo per il Sistema sanitario Nnzionale e per il paziente. E’ stato dimostrato che lo stesso malato se fosse ricoverato nel reparto appropriato verrebbe curato meglio e in minor tempo, ottenendo una qualità di vita decisamente migliore rispetto a colui che viene curato in un reparto non specialistico”.
Oggi i ricoveri per malattie dell'apparato digerente rappresentano il 7,5% di tutti i ricoveri nazionali, il 76% dei ricoveri ordinari e il 24% di quelli in day hospital.
Il maggior numero di ricoveri avviene nelle Medicine Generali: 29,4% per gli ordinari e 21,1% per i day hospital. Le diagnosi principali per ricoveri ordinari sono per dolore addominale di sede non specifica (5,94%), cirrosi epatica senza menzione di alcol (5,8%), gastroenterite e colite non infettiva (2,68%), occlusione intestinale non specifica (2,42%), pancreatite acuta (2,40%).
In day hospital sono più frequenti l’epatite cronica C (10,96%), cirrosi epatica senza menzione di alcol (3,89%), tumori benigni del colon (3,89) e malattia celiaca (3,64).
Molti passi in avanti sono però stati fatti grazie all’introduzione dell’endoscopia digestiva che ha permesso di entrare dentro le viscere con un apparecchio ottico e guardare la superficie interna dei visceri. In pratica le possibilità diagnostiche della gastroenterologia grazie all’endoscopia sono diventate uguali a quelle della dermatologia, potendo vedere all’interno dello stomaco così come si vede il palmo di una mano.
“La grande rivoluzione dell’endoscopia – ha sottolineato il Luigi Familiari, presidente della Sied - è che si può intervenire senza aprire il paziente in quasi tutte le patologie dell’apparato digerente. Nelle patologie dell’esofago, dello stomaco, nelle pancreatiti croniche si possono sempre fare interventi di terapia endoscopica senza il tradizionale approccio chirurgico”. Quindi un importantissimo passo avanti per anticipare la diagnosi, passando da una diagnosi precoce delle neoplasie ad una diagnosi precocissima delle lesioni pre-neoplastiche, prima che possano diventare tumori.
 

18 maggio 2011
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