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Attenti al glaucoma. A rischio non solo la vista. Dietro l’angolo potrebbero esserci anche Alzheimer, Sla e Parkinson


Finanziato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con l’IRIFOR, un ampio studio che ha analizzato gli aspetti clinici e terapeutici legati al glaucoma. I ricercatori: “Il processo neurodegenerativo potrebbe non essere limitato al sistema visivo, ma potrebbe coinvolgere anche altri sistemi cerebrali”. LO STUDIO

15 GIU - Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), il glaucoma è la seconda causa di cecità al mondo. Si stima infatti che siano oltre 55 milioni le persone affette da glaucoma, una malattia che nelle fasi iniziali può colpire senza dare sintomi. In Italia ne soffre circa un milione di persone, ma una persona su due ancora non lo sa. Il glaucoma colpisce principalmente le persone di oltre 40 anni, e il più delle volte la patologia è associata ad una pressione oculare troppo alta che danneggia il nervo ottico. E’ fondamentale quindi investire in ricerca e prevenzione, che deve essere basata sui controlli oculistici periodici.
 
Per questo l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in collaborazione con l’IRIFOR, ha finanziato un importante progetto di ricerca per fare luce sugli aspetti clinici e terapeutici legati al glaucoma, con una particolare attenzione agli aspetti neurodegenerativi.
 
“Quando si ha a che fare con una patologia così subdola quale il glaucoma, è fondamentale approfondire quanto più possibile i differenti aspetti - dichiara Mario Barbuto, Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La ricerca, condotta dai prof. Paolo Frezzotti e Nicola De Stefano dell’Università di Siena, ha prodotto importanti scoperte, suggerendo l’idea che, in caso di glaucoma, il processo neurodegenerativo potrebbe non essere limitato al sistema visivo, ma possa invece coinvolgere anche altri sistemi cerebrali. La ricerca ha infatti messo in evidenza uno stretto legame tra il glaucoma e la malattia di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Parkinson, arrivando ad ipotizzare che una significativa ed estesa neurodegenerazione potrebbe verificarsi nel glaucoma.”
 
I risultati del progetto sono stati presentati nel corso dell’incontro “Glaucoma e neurogenerazione. Una frontiera da esplorare”, tenutosi oggi alla Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" dai prof. Paolo Frezzotti Nicola De Stefano dell’Università di Siena.
 
“I nostri risultati – si legge nello studio -  suggeriscono che i cambiamenti nella connettività anatomica e funzionale si verificano in tutto il cervello di pazienti con GPAA (Glaucoma Primario ad Angolo Aperto) ben al di là del sistema visivo e sin dal primo stadio della malattia. Variazioni macroscopiche del volume possono verificarsi anche nel cervello di pazienti con GPAA, sebbene siano limitate alla fase grave della malattia. The association of brain MRI changes con le misurazioni classiche oftalmologiche dei danni alla retina e del campo visivo sottolinea la rilevanza clinica dei risultati attuali ed evidenzia la necessità di strategie diverse e più complesse nella gestione dei pazienti con GPAA”.
 
Sintesi studio:
 
Contesto. Le opere precedenti hanno fornito la prova della neurodegenerazione del sistema visivo centrale nel Glaucoma Primario ad Angolo Aperto  (GPAA), una delle principali cause di cecità irreversibile in tutto il mondo. Recentemente, l'uso di tecnologie avanzate di risonanza magnetica per immagini (MRI) ha dimostrato l’alterazione della connettività cerebrale ed atrofia della materia grigia (MG) e del sistema visivo in pazienti con grave GPAA.
 
Metodi e risultati. Per valutare ulteriormente se questi diffusi cambiamenti cerebrali possono essere trovati nel GPAA e sono solo un fenomeno tardivo o se potrebbero essere rilevati sin dalla fase iniziale, abbiamo utilizzato la risonanza magnetica per immagini multimodale by modelling misure di connettività anatomica lungo i tratti della sostanza bianca (SB) con quelli dei volumi regionali della materia grigia (MG) e la connettività funzionale delle reti degli stati di riposo. Abbiamo studiato 57 pazienti con tutte le fasi del GPAA e 29 pazienti studiati con controlli normali per età e sesso. I pazienti sono stati classificati in tre gradi di gravità, secondo la classificazione di Hodapp  e dell’Istituto Bascom Palmer. L’inferenza statistica in base ai voxel è stata eseguita con il test non parametrico di permutazione.
 
Rispetto ai controlli normali, anomalie della connettività anatomica sono state trovate in tutto il gruppo di pazienti con GPAA lungo il percorso visivo e nei tratti non visivi della SB (p 0.001 per entrambi). Inoltre, i pazienti con GPAA hanno mostrato una diminuzione della connettività funzionale nelle regioni della vista (p = 0.004) e nelle reti della memoria di lavoro (p < 0.001) mentre un aumento era presente nelle regioni della modalità predefinita (p = 0.002) e nelle reti subcorticali (p < 0.001). Anomalie di entrambe le connettività anatomica e funzionale erano già presenti nei pazienti con GPAA precoce (n = 14), rispetto ai controlli normali, nelle regioni di entrambi i sistemi visivi e non visivi (p < 0.01 per entrambi).
 
Solo i pazienti con GPAA grave (n = 30) hanno mostrato atrofia della MG rispetto ai controlli normali e questo è stato mappato nella corteccia visiva (p 0.001) e nell'ippocampo (p 0.001). La progressione del GPAA è stata associata ad un peggioramento della connettività anatomica sia nella regione visiva sia non visiva (p < 0.001 per entrambi), all'atrofia progressiva nell'ippocampo e nelle regioni della corteccia frontale (p < 0.003 per entrambi). La maggior parte delle alterazioni strutturali e funzionali all'interno e all'esterno del sistema visivo hanno mostrato una significativa correlazione (p tra/da 0.001 a 0.02)  con gli occhi meno performanti con il campo visivo computerizzato e con lo spessore dello strato delle fibre nervose retiniche.
 
Conclusioni. In generale, i nostri risultati suggeriscono che la complessa patogenesi del GPAA include widespread WM microstructural damage of connettività anatomica ed un’alterata connettività funzionale della materia grigia all'interno e all’esterno del sistema visivo sin dalla fase iniziale della malattia. L'associazione of brain MRI changes with measures of visual severity sottolinea la rilevanza clinica dei presenti risultati.

15 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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