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Nasce il primo Registro dei tumori pediatrici


L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica e Associazione Italiana dei Registri Tumori, sarà indispensabile per comprendere il costante aumento della diffusione della patologia.

19 MAG - Ogni anno in Italia circa 1500 bambini si ammalano di tumore. E il loro numero è in costante aumento a un tasso del 1,7 per cento l’anno. È la leucemia linfoblastica acuta la forma di cancro più frequente (rappresenta il 30% di tutti i tumori dei bambini e l’80% delle leucemie), ma i piccoli possono essere colpiti anche da neoplasie del sistema nervoso centrale, dai linfomi, dal neuroblastoma e da altre forme più rare.
È anche per capire le cause di questo aumento, a oggi inspiegato, che nasce il primo Registro per queste forme di cancro. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) e dell’Airtum (Associazione Italiana dei Registri Tumori).
“Oggi disponiamo di analisi di laboratorio che ci permettono di capire, quando la cura è in corso, se la chemioterapia convenzionale funziona o se si deve ricorrere a un trapianto di cellule staminali”, ha spiegato Fulvio Porta, presidente dell’Aieop che in questi giorni è riunita a Catania per un convegno sulla biologia molecolare. “Grazie alle tecnologie molecolari, studiando frammenti del DNA delle cellule malate, possiamo muoverci in anticipo, senza dover attendere, come un tempo, il risultato finale del trattamento. Ma non sappiamo le ragioni del continuo aumento dei casi di cancro infantile. Il registro permetterà di tracciare una mappa che ne fotografi l’evoluzione nel tempo e nelle diverse Regioni”.
L’Italia, in questo campo, è tra le eccellenze mondiali. “È l’unico Paese europeo - ha aggiunto Porta - in grado di applicare protocolli di cura uniformi su tutto il territorio nazionale. Questo significa che a un piccolo colpito, ad esempio, da leucemia linfoblastica acuta verranno applicati gli stessi criteri diagnostici e terapeutici in un ospedale di Bolzano o di Palermo. La nostra Associazione riunisce 53 strutture di oncoematologia pediatrica che adottano gli stessi protocolli. La via italiana rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale”. Ma le criticità non mancano. “Oggi ci troviamo in una situazione difficile. Gli studi clinici indipendenti di fatto sono bloccati a causa dell’aumento dei costi assicurativi. Insieme lanciamo un appello alle Istituzioni perché intervengano al più presto”. 

19 maggio 2011
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