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Aiom: “Il 54% degli italiani confuso dalle troppe notizie sulla salute”. Al via il secondo corso nazionale per giornalisti e oncologi


A Reggio Emilia due giorni di lezioni promosse dalla società scientifica con esperti internazionali. Il presidente Carmine Pinto: “Internet e social network aumentano le possibilità di informazione ma servono fonti certificate. Si registra effetti positivi anche sui pazienti grazie all’interazione continua”.

23 GIU - Più del 70% degli italiani ritiene di essere (molto o abbastanza) informato sulla salute, ma cresce la quota di cittadini che temono la confusione causata dalle troppe notizie (il 54,5% nel 2014 contro il 41% del 2012, Censis). Negli ultimi anni è infatti aumentato in modo esponenziale il ruolo di Internet e dei social media, soprattutto quando la parola chiave da cercare è “cancro”. Con ricadute anche positive, come evidenziato da uno studio del St. Mary’s Medical Center di San Francisco presentato al 52° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), il più importante appuntamento mondiale di oncologia che si è svolto recentemente a Chicago.
 
“Lo studio - spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e direttore dell’Unità Operativa di Oncologia dell’Irccs-Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia - ha analizzato più di 30mila tweet di donne che avevano eseguito la mammografia, il Pap test e la colonscopia. L’analisi dei sentimenti espressi dalle pazienti ha sottolineato esperienze negative e positive, ma solo queste ultime hanno dimostrato di ‘rimanere nel tempo ed essere più influenti’ verso parenti e amici. E in letteratura è stato evidenziato che le pazienti colpite da tumore del seno seguite tramite social network hanno aderito meglio alla terapia, in particolare al trattamento adiuvante eseguito dopo l’intervento chirurgico per prevenire il ritorno della malattia, rispetto alle donne seguite in maniera tradizionale”.
 
“La sete di fonti certificate è molto alta - continua Pinto - ed è compito di una moderna società scientifica saper ‘governare’ il flusso costante di informazioni. Per questo promuoviamo la seconda edizione del corso nazionale per giornalisti medico-scientifici e oncologi. Da un lato vogliamo sensibilizzare i rappresentanti dei media sull’importanza di una corretta comunicazione, dall’altro è necessario offrire ai clinici gli strumenti per comunicare con i giornalisti. Oggi i camici bianchi utilizzano con sempre maggiore frequenza i social media, talvolta senza conoscere a fondo le insidie che possono nascondere”.
 
È Twitter la piattaforma più diffusa nella comunità internazionale di oncologi. Al Congresso ASCO 2015 hanno 'cinguettato' ben 12.402 clinici, con un aumento del 70% rispetto al 2014. Anche Facebook e Youtube hanno un peso rilevante. “I pazienti e cittadini possono attingere informazioni direttamente da fonti certificate quando si tratta di profili ufficiali - continua Pinto -e i clinici trovano in questo scambio un confronto continuo, soprattutto se il social network consente un alto livello di interazione”.
 
Il corso si svolge il 24 e 25 giugno presso l’Irccs – Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (Palazzo Rocca Saporiti) e ha il patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa, dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna e dell’IRCCS-Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia. “Questa edizione si caratterizza per una forte impronta internazionale - conclude Pinto -. Nella prima giornata è prevista la lettura magistrale di Alice Park di Time Magazine, approfondiremo il modo in cui agenzie e quotidiani italiani e media stranieri hanno affrontato il ‘caso carne rossa’ e quali siano gli strumenti per comunicare l’innovazione in oncologia. La seconda giornata è dedicata alla globalizzazione della comunicazione in oncologia in Europa e negli Stati Uniti con gli interventi di rappresentanti dell’ASCO, del Ministero della Salute e di Fortunato Ciardiello, presidente dell’ESMO (European Society for Medical Oncology)”. 

23 giugno 2016
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