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Malattie infiammatorie intestinali. Le statine possono ridurre il rischio

di Megan Brooks

L’uso di statine potrebbe essere legato a un minor rischio di malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD). In particolare, a una minore probabilità di sviluppare malattia di Chron nei pazienti più anziani. 

05 LUG - (Reuters Health) - L’uso di statine potrebbe essere legato a un minor rischio di malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD). In particolare, a una minore probabilità di sviluppare malattia di Chron nei pazienti più anziani. “Precedenti studi hanno suggerito che le statine possono ridurre l’infiammazione e possono migliorare la IBD nei pazienti che hanno già la malattia – ha affermato Ryan Ungaro della Scuola Icahn di medicina del Mount Sinai di New York – questo è il primo studio che dimostra come l’esposizione a questi farmaci ipolipemizzanti nei pazienti senza IBD si associa un ridotto rischio di sviluppare la malattia di Chron e la colite ulcerosa”.

Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato un database statunitense di grandi dimensioni per esaminare gli effetti delle statine sul rischio di nuova insorgenza di IBD. La loro analisi, pubblicata online sul The American Journal of Gastroenterology, ha incluso oltre 9.000 adulti con Malattia di Chron (CD) e colite ulcerosa (UC) e circa 46.000 controlli. Qualsiasi esposizione alle statire è stata associata ad una significativa riduzione del rischio di IBD (odds ratio, 0,68), CD (OR, 0,64), e UC (OR, 0,70).

Simile l’effetto con la stratificazione per tipo di statina e intensità di trattamento. L’effetto protettivo si è dimostrato più forte nei confronti della malattia di Chron nei pazienti più anziani. Anche tenendo conto dei fattori confondenti (terapie antibiotiche, terapie ormonali sostitutive, contraccettivi orali e farmaci cardiovascolari), le statine hanno continuato ad essere associate a un rischio ridotto di nuova diagnosi di IBD. Secondo gli autori, la mancanza di una relazione dose-risposta suggerisce che dosi più basse di statine possono essere sufficienti a ridurre l’infiammazione. Dunque, “l’esposizione alle statine è un potenziale nuovo fattore ambientale che può modulare il rischio di IBD. – ha commentato Ungaro – Sarà interessante per i futuri studi esplorare se questo effetto sull’IBD è mediato da proprietà immunomodulanti dei farmaci o dipende dall’impatto delle statine sul sistema vascolare”.

Altri studi dovranno confermare se è possibile utilizzare le statine come potenziale terapia aggiuntiva in caso di IBD lieve e se esse potranno avere un ruolo come trattamento preventivo per i pazienti a più alto rischio di sviluppare una IBD.

Fonte: Am J Gastroenterol 2016

Megan Brooks

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

05 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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