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Ipercolesterolemia. Due mele annurche al giorno quasi un come un farmaco. Lo studio dell’Università Federico II

di Ettore Mautone

L’assunzione di Melannurca campana Igp, dopo solo otto settimane di somministrazione mirata sull’uomo, è in grado di ripristinare il corretto profilo colesterolemico plasmatico in maniera più efficace rispetto a tutte le altre cultivar di mele presenti sul mercato. A dimostrarlo è la ricerca del Dipartimento di Farmacia dell'Università partenopea pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture.

01 OTT - Una mela al giorno leva il medico di torno: se poi la cultivar del prezioso pomo è la Mela annurca, una Igp campana, gli effetti, soprattutto sul colesterolo, sono scientificamente documentati. A provarlo uno studio clinico randomizzato effettuato dal gruppo di ricerca guidato da Ettore Novellino e da Gian Carlo Tenore del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli e in pubblicazione sul numero di ottobre del Journal of the Science of Food and Agriculture (10.1002/jsfa.8016), in un articolo dal titolo “La Melannurca campana Igp come alimento funzionale per il ripristino di un ottimale profilo colesterolemico plasmatico".
 
“Dalla ricerca – avverte Ettore Novellino, già preside della Facoltà di farmacia dell’Ateneo Federico II e attuale direttore del dipartimento di Farmacoeconomia e farmaco utilizzazione - emerge che l’assunzione di Melannurca campana Igp, dopo solo otto settimane di somministrazione mirata sull’uomo, è in grado di ripristinare il corretto profilo colesterolemico plasmatico in maniera più efficace rispetto a tutte le altre cultivar di mele presenti sul mercato. Consumando regolarmente due mele di questa Igp al giorno si determina una significativa riduzione media dei livelli di colesterolo totale TC (-8.3%) e del colesterolo 'cattivo' LDL (-14.6%). E, cosa molto più importante la Melannurca campana è in grado di incrementare i valori medi di colesterolo 'buono' HDL di ben il 15.2%. Tale importante risultato clinico è correlato alla presenza nelle mele della Igp Melannurca Campana di una famiglia di polifenoli, le procianidine, che in questa cultivar risulta in media dalle due alle quattro volte più elevato rispetto alle altre cultivar, quali la Granny Smith, la Golden Delicious, la Red Delicious e la Fuji”.
 
Gli studi di Novellino e Tenore sono ora concentrati sulla possibilità di trasformare queste proprietà della Melannurca in veri e priori integratori nutraceutici. Alla presentazione del lavoro scientifico ha partecipato anche Giuseppe Giaccio, presidente del Consorzio di Tutela Melannurca Campana Igp.

“Si può affermare che il consumo quotidiano di due mele annurche – aggiunge Novellino - può favorire un ottimale ripristino del profilo colesterolemico plasmatico. In particolare, di notevole interesse sono gli effetti sui livelli delle HDL, considerando che ad oggi nessun rimedio farmaceutico o naturale si è rivelato tanto efficace nell’incrementare in modo significativo i livelli del cosiddetto “colesterolo buono”.

I risultati di tale studio indicano che la Melannurca Campana Igp, oltre al valore nutrizionale, possiede anche proprietà antiossidanti tali da farne un alimento funzionale, in grado di contribuire ad una buona capacità di prevenzione del rischio cardiovascolare. In prospettiva lo studio apre la possibilità per un riposizionamento della Melannurca Campana Igp nel mercato ortofrutticolo che ne valorizza le specifiche proprietà determinando un incremento di uso non solo del frutto come tale, ma anche di tutta una serie di prodotti di trasformazione, che potranno fare da volano alle aziende produttrici e trasformatrici del territorio regionale.

I frutti di questo lavoro comune – afferma Giuseppe Giaccio, presidente del Consorzio di Tutela Melannurca Campana Igp –aprono oggi nuovi orizzonti alla nostra mela come prezioso ingrediente dell’industria nutraceutica”. Analoghi studi sono in corso, presso il dipartimento diretto da Novellino, sull’utilizzo del tonno pinna gialla per implementare la quantità di acidi grassi Omega 3 e Omega 6, in rapporto ottimale e quantità considerevoli in tale alimento, ai fini del trattamento delle dislipidemie e sindrome metabolica.
 
Ettore Mautone 

01 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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