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Tumore al seno. “Firma” del RNA predice risposta alla terapia neoadiuvante


L’espressione delle ERRB2/hER2 e ESRI, rivelate dal sequenziamento dell’RNA, costituisce un predittore della risposta del tumore al seno in stadio precoce alla terapia neoadiuvante anti-HER2. Ad affermarlo è un’analisi dello studio NeoALTTO pubblicata da JAMA. I trattamenti anti-HER2 con terapia neoadiuvante hanno dimostrato la loro efficacia nelle donne con tumore al seno HER2-positivo, anche se con variabilità tra le pazienti.

11 OTT - (Reuters Health) – L’espressione delle ERRB2/hER2 e ESRI, rivelate dal sequenziamento dell’RNA, costituisce un predittore della risposta del tumore al seno in stadio precoce alla terapia neoadiuvante anti-HER2. Ad affermarlo è un’analisi dello studio NeoALTTO pubblicata da JAMA. Secondo questo studio, i trattamenti anti-HER2 con terapia neoadiuvante hanno dimostrato la loro efficacia nelle donne con tumore al seno HER2-positivo, anche se con una certa variabilità tra le pazienti.

Il team guidato da Christos Sotiriou, della Université Libre di Bruxelles, ha studiato come la firma genetica dell’RNA, dovuta al suo sequenziamento, come predittore dell’efficacia degli agenti anti-HER2 in un’analisi secondaria di 254 donne su 455 che hanno partecipato allo studio NeoALLTO. I campioni sono stati suddivisi in tre gruppi: il 45% aveva un’alta espressione ERBB2/HER2 e una bassa espressione ESR1; il 35% presentava alta espressione per ERBB2/HER2 e alta ESR1; il 20%, infine,aveva bassa espressione di ERBB2/HER2. La maggior parte delle risposte complete (PCR) sono state osservate nelle donne del primo gruppo, quelle con alta espressione ERBB2/HER2 e bassa espressione ESR1. Nel complesso il 47% di queste donne ha avuto una PCR, rispetto al 32% delle donne con alta ERBB2/HER2 e alta ESR1, e solo al 9% di quelle del gruppo con bassa ERBB2/HER2.
 
“I risultati di questo sotto-analisi supportano l’esistenza di una significativa eterogeneità molecolare tra tumori al seno HER2-positivo e l’influenza sia degli estrogeni, siadel microambiente tumorale nella risposta alle terapie anti-HER2. Gli studi futuri dovrebbero tenere in considerazione questa evidenza e capire in che modo questi fattori possano essere utilizzati per individuare il trattamento delle pazienti con malattia HER2-positivo”, ha concluso Sotiriou.

Fonte: JAMA Oncology

Reuters Staff

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

11 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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