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Farmaci contraffatti. Calano i furti negli ospedali, ma l’attenzione della criminalità si sposta sul web


Nelle strutture sanitarie si è passati dalle 5-6 segnalazioni al mese nel 2013 a nessuna tra maggio 2014 e dicembre 2015. Sono diminuiti i furti di camion contenenti farmaci: dal 20% del 2013 al 3% nel 2015. È quanto emerso nel corso della Conferenza Internazionale del progetto europeo “Fakeshare II” coordinato dall’Aifa

14 OTT - La lotta al crimine farmaceutico sta dando i suoi frutti. I furti negli ospedali da maggio 2014 a dicembre 2015 si sono fermati. I canali un tempo praticati da Big crime sono stati, infatti, bloccati dall’intensa attività di monitoraggio messa in atto dalle agenzie di controllo. Ma non si può abbassare la guardia perché la criminalità lentamente sta trovando strade alternative per riorganizzarsi, andando extra Ue o direttamente nel mercato nero sul territorio. Ma anche i social network stanno diventando un mercato molto appetibile per il crimine farmaceutico.
 
È questo lo scenario emerso nel corso della Conferenza Internazionale sulla seconda fase del progetto europeo “Fakeshare”, coordinato dall’Agenzia Italiana del Farmaco e co-finanziato dal Programma “Prevention of and fight against crime’ nato con l’obiettivo di proteggere la salute dei cittadini dai pericoli che arrivano dal commercio illegale di farmaci sul web.
Il “Fakeshare II” si presenta ora come una seconda fase del programma che punta ad estendere gli ambiti di utilizzo della piattaforma già creata, per condividere tutte le informazioni sulla vendita illegale on line attraverso e anche su altre ad altre tipologie di “crimine farmaceutico”,dalla produzione e distribuzione di farmaci falsificati o illegali, alla promozione di farmaci pericolosi attraverso farmacie web non autorizzate e/o social network e al furto e riciclaggio di medicinali.
 
“Ci sono una serie di problematiche di estrema rilevanza, rispetto alle quali le agenzie regolatorie e le altre autorità, sanitarie e non, sono chiamate a intervenire, per garantire l’accesso sicuro al farmaco, che rappresenta in primo luogo uno strumento di difesa della salute – ha sottolineato Mario Melazzini, presidente di Aifa aprendo la Conferenza – recenti e tragici casi di effetti collaterali letali riconducibili a farmaci acquistati da fonti non sicure, è dello scorso aprile la notizia della morte di un giovane culturista di Foggia, dovuta, secondo le prime ricostruzioni, all’assunzione di una sostanza anabolizzante illegale, testimoniano infatti come il farmaco, laddove vengano meno quei requisiti indispensabili di qualità e sicurezza, rischi invece di diventare tutt’altro che uno strumento di difesa della salute. La conferenza di oggi rappresenta dunque un importante momento di confronto, per discutere non solo di quanto è stato fatto, ma soprattutto quanto resta ancora da fare, anche alla luce delle recenti evoluzioni che confermano uno scenario in continuo mutamento, che impone dunque alle autorità regolatorie di modificare, per alcuni versi, paradigmi consolidati”.
 
Le nuove tipologie di falsificazione coinvolgono sempre più spesso farmaci fondamentali, come gli antitumorali o gli antivirali. E questa, ha quindi aggiunto Melazzini “rappresenta la prossima sfida per tutte le autorità chiamate a tutelare la salute pubblica e di ogni singolo”.
 
La Conferenza di oggi è quindi il punto di partenza di nuove iniziative. Anche perché queste attività criminali possono impattare in maniera importante sul mercato. “Il crimine – ha detto Antonio Messina, Vice presidente Farmindustria – porta ad una perdita economica per l’industria e ha affetti negativi sui pazienti. La contraffazione in Italia è comunque sotto controllo grazie alla collaborazione tra le Agenzie. Ogni ogni mese ci confrontiamo con i Nas per avere informazioni e dati, ma abbiamo collaborazioni con tutti gli steakholder e dal 2013 con la Guardia di finanza. Nel nostro paese i problemi sono i furti hercepitin, ma siamo in grado di tenere sotto controllo queste attività criminose grazie a diverse iniziative e possiamo esportare le nostre esperienze”. Il web è il tallone d’Achille. “difficile da controllare, ma stiamo portando avanti iniziative anche su questo fronte”.
 
I numeri in Italia. Secondo i data base dell’agenzia di sicurezza dei trasporti europei, in Italia, nel 2013 contenevano farmaci il 20% dei camion rubati, nel 2015 la percentuale di furti si è fermata al 3%. Negli ospedali si è passati dalle 5-6 segnalazioni al mese nel 2013 a nessuna tra maggio 2014 e dicembre 2015. I furti di farmaci sono stati registrati soprattutto in Campania (62 casi), in Lombardia (29), in Puglia (27), nel Lazio (34) e in Sicilia (7).  Se questo aspetto è in qualche modo sotto controllo altri canali meno misurabili, che passano soprattutto per il web, iniziano ad essere rilevanti.
I dati emersi da uno uno studio condotto in Gran Bretagna, Italia, Spagna e Portogallo che ha fotografato le abitudini di mille persone per ogni paese, il 26% degli italiani ha acquistato almeno un farmaco on line, una percentuale superiore a quella degli altri Paesi. Nel 3,5% dei casi sono i social network il canale attraverso cui si arriva al farmaco illegale. I più gettonati sono i farmaci per dimagrire per curare l’influenza e smettere di fumare.
 
“Grazie all’attività di controllo che abbiamo attivato c’è stato un effetto positivo – ha precisato Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità e Contraffazione dell’Aifa – i furti negli ospedali si sono bloccati. Adesso sono ripartiti con numeri molto piccoli, perché big crime ha trovato maniere per riorganizzarsi in canali differenti da quelli che abbiamo chiuso, extra Ue per esempio, o si è dedicata a prodotti rivendibili direttamente nel mercato nero del territorio. Però abbiamo eradicato quel fenomeno strutturato che aveva portato a numeri enormi nel 2012-2013.
 
Le organizzazioni criminali si dedicano oggi ad altri tipi di furti e falsificazioni, ha poi aggiunto Di Giorgio: “il bene farmaco ha un enorme valore, soprattutto non è più un argomento specialistico da quando sulla stampa generalista si parla molto di più di alcuni tipi di farmaci. Questo ha generato una domanda pubblica che fomenta un mercato nero molto più difficile da controllare. Come è difficile controllare gli steroidi che vanno nelle palestre è altrettanto difficile trovare del Sovaldi rubato in un ospedale che viene piazzato non sui canali internet monitorati, ma direttamente sui social network magari per contatti personali”.
 
Ma quali sono i farmaci che fanno più gola alla criminalità? Sicuramente quelli contro l’epatite C, ha aggiunto Di Giorgio, che si possono vendere nel mercato nero italiano senza dover passare per i canali ormai bloccati grazie al contrasto al parallel trade. “Ormai gli operatori sono allertati e ci segnalano le anomalie. E questo sistema al quale hanno già aderito Spagna, Portogallo e Regno Unito si sta estendendo ora anche ad altri Paesi europei”.
 
Ma sono tante le attività criminose in atto nel mondo. E alcuni esempio sono paradigmatici di quanto sta avvenendo. Come il caso dei prodotti seven to stand provenienti dalla Cina e spacciati come cure miracolose per malattie neurodegenerative in un beauty center di una cittadina del Centro Italia.Altro caso eclatante quello di confezioni originali di Sovaldi arrivate dal Pakistan, rietichettate come Harvoni e rivendute in Israele. Farmaci contraffatti che passando attraverso l’India avevano come destinazione Hong Kong. Peccato che “solo in Israele si siano accorti della contraffazione” ha aggiunto Di Giorgio.
 

14 ottobre 2016
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