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Fistole vs cateteri. La mortalità è accesso-correlata nei dializzati?

di Anne Harding

I pazienti in dialisi trattati con fistole artero-venose hanno un tasso di morte inferiore rispetto a quelli trattati con catetere venoso centrale. Tuttavia questo dato presenta un rischio bias molto elevato. Sono necessari studi più ampi per confrontare i due metodi di accesso e valutare se la mortalità è accesso-correlata.

17 OTT - (Reuters Health) – Il rischio di morte più basso nei pazienti dializzati con fistola artero-venosa non sarebbe legato a complicanze dovute alla modalità di accesso. Le fistole sono da sempre correlate ad una migliore sopravvivenza e danno meno complicanze rispetto ad altri tipi di accesso vascolare, per questo le linee guida internazionali raccomandano il loro utilizzo in tutti i pazienti idonei. È quanto hanno scritto nel loro rapporto i ricercatori candadesi sul Journal of the American Society of Nefrology. Tuttavia, secondo il dottor Robert Quinn del Foothills Medical Center di Calgary ad Alberta in Canada, gli studi che mostrano i vantaggi delle fistole hanno un altro rischio di bias.
 
“Anche se le complicanze accesso-correlate possono spiegare l’aumento del rischio di morte nei pazienti trattati con cateteri venosi centrali, questo potrebbe anche essere dovuto al fatto che i pazienti più gravi hanno maggiori probabilità di essere trattati con i cateteri”, hanno affermato i ricercatori. Al fine di capire meglio se la differenza dei risultati è accesso-correlata, il team ha esaminato la mortalità di 2.300 pazienti trattati in cinque centri di dialisi, il 21% dei quali ha ricevuto la fistola. Durante il follow up, 617 pazienti sono morti.
 
Nei pazienti sotto i 65 anni di età quelli che sono stati trattati con la fistola artero-venosa presentavano una mortalità inferiore (hazard ratio 0,49); tra i pazienti di 65 anni, il rischio di mortalità è stato inferiore per 24 mesi in quelli con la fistola (HR 0,60), ma è stato più alto dopo 24 mesi (HR 1,83). Per i pazienti sotto i 65 anni trattati con la fistola e che hanno continuato con questa modalità di accesso, la mortalità è risultata inferiore (HR 0,26) rispetto ai pazienti con catetere venoso centrale, ma non vi era alcuna differenza nella mortalità correlabile ai due metodi di accesso nei pazienti di 65 anni. Il 37% dei decessi si è verificato improvvisamente fuori dall’ospedale, il 21% si è verificato per malattie cardiovascolari e il 15% è stato correlato a malattie infettive. Solo 14 (2%) dei decessi è stato considerato accesso-correlato. Dieci di queste morti erano dovute a complicanze da catetere, tre a complicanze della fistola e una a complicanze del catetere per la dialisi peritoneale.
 
I ricercatori deducono che la fistola potrebbe essere un marker surrogato. “I risultati dello studio - hanno concluso i ricercatori - mettono in discussione la convinzione che un più elevato rischio di morte tra i pazienti con cateteri sia dovuto a complicanze dovute al tipo di accesso. È probabile che ci siano dati confondenti alla base di tale problema che potrà essere valutato solo attraverso ulteriori studi randomizzati e ampi che mettano a confronto i due metodi di accesso”. Il team sta progettando per questo uno studio pilota.
 
Fonte: Journal of the American Society of Nefrology

Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

17 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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