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Antonelli (Farmindustria): “Grazie ai farmaci ogni anno guadagniamo tre mesi di vita”


“Dal 1951 a oggi, in Italia ogni 4 mesi se ne è guadagnato 1 di vita in più. E il 40% di questo risultato è stato possibile grazie alla Ricerca farmaceutica”. Lo ha affermato il componente del Comitato di Presidenza di Farmindustria, Pierluigi Antonelli, intervenendo oggi all’Assemblea di Federanziani organizzata a Roma.

16 GIU - I farmaci sono un costo, ma anche un settore prezioso per l’economia del Paese e per la salute della popolazione, tanto che se dal 1951 ad oggi gli italiani hanno guadagnato, ogni 4 mesi, un mese di vita in più, lo devono in maniera “significativa ai risultati della Ricerca farmaceutica – fino al 40% del totale – oltre che al progresso economico, sociale e sanitario”.
Ad affermarlo è stato oggi Pierluigi Antonelli, componente del Comitato di Presidenza di Farmindustria, intervenuto all’Assemblea di Federanziani organizzata a Roma nell’ambito del Sanit.

Ma il ruolo dei farmaci non ha solo reso la vita più lunga. L’ha resa anche migliore. “I dati del Censis rilevano infatti che per il 76% degli italiani i medicinali hanno contribuito molto al miglioramento della qualità di vita”, osserva Antonelli ricordando, peraltro, il contributo che i medicinali offrono “alla possibilità di convivere con patologie croniche”. Un aspetto, questo, di grande importanza se si tiene conto che “la probabilità di soffrire di malattie croniche è correlata con l’età, quindi il numero è destinato a crescere con il fenomeno dell’invecchiamento”. In Italia, ha ricordato Antonelli, gli over 65 sono già il 20,2% della popolazione, ovvero 12,2 milioni, di questi 3,5 milioni hanno più di 80 anni (5,8%). Entro il 2050 gli over 65 aumenteranno di 8,6 milioni, oltre la metà (4,7) per la crescita degli over 80, la cui percentuale sul totale della popolazione è destinata a più che raddoppiare.
Per questo mantenere la popolazione in buona salute è di fondamentale importanza, anche per le casse dello Stato. L’uso corretto dei farmaci infatti, ha ricordato il rappresentante di Farmindustria, “è in grado di evitare la degenerazione della malattia, come ad esempio si può vedere dalla relazione inversa tra aderenza alla terapia e possibilità di ospedalizzazione per i malati di diabete”, a beneficio non solo dei pazienti, ma anche della spesa sanitaria. A un grado di adesione pari al 100%, infatti, corrisponde un tasso di ospedalizzazione pari al 4%. Percentuale che sale al 15% nel caso in cui l’aderenza sia inferiore al 40%.

Al di là delle buona notizie, l’invecchiamento della popolazione è però anche una grande sfida. La crescente domanda di salute, ha infatti osservato Antonelli, “richiede maggiori risorse per il sistema sanitario e l’impegno di tutti i soggetti interessati per l’appropriatezza delle prestazioni, che massimizzi l’efficienza ed eviti che una parte, troppo spesso l’industria, sia chiamata a ripianare spese delle quali non è responsabile”. E “se l’Italia non riuscirà a rilanciare la propria crescita economica, facendo leva proprio su settori hi-tech come la farmaceutica, in grado di competere a livello internazionale, non riuscirà ad avere le risorse da destinare alla Salute”, ha affermato il rappresentante di Farmindustria.
La soluzione? “Il superamento di una visione a compartimenti stagni (farmaceutica, ospedali, diagnostica, ecc.), che segue una logica contabile. A questa deve subentrarne una che tenga conto del valore delle prestazioni, guardando alla salute “prodotta” e alle relazioni tra le varie voci del sistema socio-sanitario. In questo contesto ai farmaci va riconosciuto un ruolo fondamentale per la sostenibilità della spesa. Farmaci e vaccini sono infatti uno strumento per l’efficienza di tutto il sistema socio-sanitario, da valutare in ottica costo/valore/beneficio”.

Combattere sprechi, diseconomie e inefficienze in tutta la sanità è la vera sfida per l’equilibrio e la sostenibilità del Ssn, secondo il rappresentante di Farmindustria. E la farmaceutica “deve senz’altro fare la sua parte”, ma secondo Antonelli “i dati dimostrano che sono soprattutto le altre voci a crescere. Su queste occorre intervenire, per tutelare nei fatti la salute, priorità fondamentale di ogni Servizio Sanitario, e migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse. La spesa farmaceutica, che rappresenta solo il 16% di quella sanitaria, non può essere identificata come fonte privilegiata di copertura di disavanzi altrui, come è accaduto negli ultimi 10 anni, durante i quali ha contribuito al contenimento della spesa sanitaria”.

Infine, uno sguardo ai farmaci innovativi, l’accesso ai quali, secondo Antonelli, “deve essere migliorato a livello regionale”. Per questo “l’industria ha accolto con grande favore l’accordo tra Ministero della Salute e Regioni per l’inserimento immediato dei farmaci innovativi autorizzati nei prontuari regionali. Eliminare le disparità di accesso alle cure per i pazienti – ha affermato Antonelli - deve essere infatti una priorità per il Ssn, data la stretta interdipendenza tra disponibilità di nuovi trattamenti e risultati terapeutici”.
L’accordo ora, ha osservato il rappresentante di Farmindustria, “va reso al più presto operativo in tutte le Regioni, poiché restano ritardi di accesso fra le varie Regioni, che penalizzano gli investimenti delle imprese e il diritto alle cure per i pazienti”.
 
Per aumentare le risorse necessarie per l’accesso all’innovazione farmaceutica, Antonelli lancia poi una proposta, quella di utilizzare “lo spread, ovvero la quota di prezzo al pubblico che il paziente sceglie di pagare in farmacia per avere il prodotto con marchio anziché il generico (tale importo, pari a 600 milioni, nel 2010 pur essendo spesa privata è attualmente incluso nel tetto della spesa farmaceutica pubblica)”.
Tuttavia, ha concluso il rappresentate di Farmindustria, non bisogna dimenticare che “non ci sono solo i grandi ‘salti’ nelle cure, ma quell’innovazione incrementale che, insieme con l’interazione tra diverse terapie, permette continui miglioramenti nella qualità della vita e costanti progressi per l’efficacia del trattamento, la riduzione di effetti collaterali e la facilità d’uso”.
 

16 giugno 2011
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