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Ail: è sempre più vicina una cura per le malattie ematologiche


L’Associazione introduce con un messaggio di speranza la Giornata nazionale per la lotta contro le leucemie i linfomi e il mieloma. “Grazie ai nuovi farmaci già oggi un paziente con leucemia mieloide cronica è più simile a una persona con diabete che a un paziente oncologico”.

17 GIU - La cura definitiva di alcune malattie ematologiche, prima fra tutti la leucemia mieloide cronica, è un traguardo sempre più vicino, grazie ai progressi della ricerca e alle nuove terapie. È con questo messaggio di speranza che è stata presentata la sesta Giornata Nazionale per la lotta contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma che si celebra in tutta Italia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica il 21 giugno.“Con questa Giornata vogliamo accendere i riflettori sulle malattie ematologiche e sottolineare il ruolo fondamentale svolto dall’AIL soprattutto in un momento, come questo, di carenza di fondi pubblici destinati alla Sanità”, ha affermato Franco Mandelli, presidente dell’Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma (AIL). “È necessario il sostegno di tutti per consentire alla nostra associazione di continuare a esistere e lavorare per portare avanti iniziative in favore dei pazienti con malattie ematologiche”.
Gli avanzamenti della ricerca e l’introduzione dei farmaci intelligenti hanno consentito alla maggioranza dei pazienti ematologici di vivere più a lungo e di spostare il proprio problema da una questione di sopravvivenza all’organizzazione pratica della propria vita personale e sociale. “Un paziente con leucemia mieloide cronica è oggi più simile ad una persona con diabete che a un paziente oncologico”, ha spiegato Fabio Efficace, Responsabile Studi sulla Qualità della Vita GIMEMA - Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto. “A differenza di pazienti con altre patologie oncologiche, però, i pazienti con leucemia mieloide cronica devono oggi assumere il farmaco su base giornaliera e per un tempo indefinito e quindi convivere per molti anni con un trattamento che non può essere interrotto”.Questo potrebbe cambiare in un futuro prossimo, perché oltre al miglioramento della qualità della vita, le nuove terapie puntano alla cura definitiva della patologia. Il traguardo è oggi più vicino nella leucemia mieloide cronica con l’introduzione dei farmaci di seconda generazione come nilotinib, successore del Glivec, recentemente approvato dall’EMA per il trattamento in prima linea.
“I risultati dello studio ENESTnd a 24 mesi su nilotinib hanno evidenziato come il farmaco sia più efficace e selettivo di imatinib, poiché induce un’elevata incidenza di risposte molecolari complete in tempi rapidi, ossia la scomparsa del marcatore della leucemia del sangue dei pazienti”, ha illustrato Massimo Breccia, ematologo del dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia, Università “Sapienza” di Roma. “Ridurre il residuo di malattia non è importante solo per la minore incidenza di progressioni, ma anche perché permette di iniziare a pensare di poter sospendere il trattamento in un futuro prossimo, senza recidiva di malattia”.

17 giugno 2011
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