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Torino. Per la prima volta al mondo trapiantato un rene al posto della milza su una bimba di 6 anni che era in dialisi fin dalla nascita


L'intervento alle Molinette. La bambina era affetta da una rarissima anomalia dello sviluppo del rene associata ad una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali. Per poter creare lo spazio necessario per il nuovo rene è stata applicata una tecnica innovativa che ha comportato l'asportazione della milza e l'impianto del rene sui vasi splenici della stessa milza, lungo il loro decorso dietro al pancreas.

14 DIC - Per la prima volta al mondo trapiantato un rene al posto della milza con una tecnica innovativa e rivoluzionaria su una bimba, che dalla nascita non ha potuto bere ed urinare, presso l'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. R. è una bimba di 6 anni in dialisi dalla nascita presso l'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per una rarissima anomalia dello sviluppo del rene, associata ad una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali. Era già stato tentato un trapianto di rene nell’agosto 2014, che purtroppo non aveva ripreso a funzionare a causa delle anomalie vascolari. Il sistema immunitario della bambina aveva però risposto in maniera vigorosa allo stimolo rappresentato dalle caratteristiche tessutali incompatibili del rene trapiantato.
 
Un ulteriore trapianto di rene risultava dunque molto problematico, sia per la complessità del collegamento vascolare con la piccola ricevente, sia per la necessità di reperire un organo particolarmente compatibile. Poiché la dialisi richiede un accesso vascolare per consentire la purificazione del sangue tramite la macchina, le anomalie vascolari della piccola bambina ponevano anche il rischio di non poter più avvalersi di vasi adeguati, mettendone a rischio la vita.

Sin dalla fase di discussione collegiale il caso di R. è stato seguito con particolare passione e dedizione dall'équipe del trapianto renale pediatrico del dottor Bruno Gianoglio (Direttore Nefrologia Regina Margherita), che ha coinvolto tutte le figure professionali del Dipartimento dei Trapianti. La complessità chirurgica è stata gestita dal chirurgo Renato Romagnoli (dell'équipe del professor Mauro Salizzoni), dai chirurghi vascolari diretti dal dottor Maurizio Merlo e dall'équipe degli urologi del professor Paolo Gontero, entrambi dedicati al trapianto renale dell'adulto dell’ospedale Molinette, in stretta collaborazione con la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico, e con gli anestesisti del dottor Pier Paolo Donadio, professionisti dedicati, nell’ospedale Molinette, al trapianto di fegato e di rene su pazienti adulti e pediatrici.

La particolare malformazione della bambina rendeva impossibile l'impianto del rene donato con la classica tecnica convenzionale. L'unica possibilità per poter eseguire il trapianto nella cavità addominale era quindi quella di utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno.

La particolare condizione immunologica della bambina, che rendeva pressoché impossibile trovare un donatore compatibile, è stata gestita dall'Immunogenetica dei trapianti, diretta dal professor Antonio Amoroso, che ha identificato con tecniche avanzate quali potessero essere gli abbinamenti giusti per il trapianto. Con il supporto del Centro Regionale Trapianti, la bambina è stata iscritta nella lista di urgenza nazionale. Contestualmente presso il Centro trapianto renale pediatrico è stata effettuata una complessa rimozione degli anticorpi antitessuto. L’Immunogenetica ha continuato a monitorare costantemente il livello degli anticorpi fino a rendere possibile il trapianto.

Finalmente il 9 dicembre è stato segnalato dal Centro Nazionale Trapianti un potenziale donatore di un’altra regione, che presentava le caratteristiche immunogenetiche e cliniche giuste.

Nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre la bimba è stata trapiantata. Per poter creare lo spazio necessario per il nuovo rene, è stata applicata una tecnica chirurgica innovativa e rivoluzionaria che ha comportato l'asportazione della milza e l'impianto del rene sui vasi splenici della stessa milza lungo il loro decorso dietro al pancreas. L'uretere del rene trapiantato (sufficientemente lungo grazie alle dimensioni del donatore superiori rispetto alla statura della piccola) è stato poi impiantato direttamente sulla vescica. In sala operatoria erano presenti i chirurghi Romagnoli, Tandoi, Merlo e Sedigh e gli anestesisti Andruetto e Crucitti e la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico.

La bambina ora sta molto bene, ha ripreso ad urinare immediatamente e finalmente a bere dopo sei anni di anuria e di divieto assoluto di bere, diventato ormai insostenibile. Dopo pochi giorni in terapia intensiva nel reparto trapianti di fegato delle Molinette verrà a breve trasferita nuovamente al Centro di trapianto renale del Regina Margherita.

Il suo trapianto è l’esempio della collaborazione di numerosi professionisti del trapianto - ognuno con le proprie competenze ed esperienze - della Città della Salute e della Scienza di Torino per completarsi con quelli della Rete nazionale di donazione e trapianto. 

14 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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