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Pillola dei 5 giorni dopo. Aidos chiede che non sia obbligatorio il test di gravidanza


L’Associazione donne per lo sviluppo ha inviato una lettera aperta a Rasi e Pecorelli, rispettivamente direttore e presidente dell’Aifa, per chiedere che l’accesso all’ulipristal acetato possa avvenire senza ricorrere sempre al test ematico bHCG. “Chiediamo che l’Aifa tenga conto anzitutto della tutela della salute delle donne e della loro libera scelta”.

07 LUG - La presidente dell’Aidos, Daniela Colombo, ha inviato oggi una lettera aperta al Presidente e al Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco chiedendo che la decisione sulle modalità di accesso in Italia all’ulipristal acetato (comunemente detta pillola dei 5 giorni), che l’Aifa dovrà definire nei prossimi giorni, sia in linea con quanto previsto negli altri paesi europei.
Aidos, associazione che da trent’anni si occupa di diritti e salute sessuale e riproduttiva in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, teme infatti che l’accesso a questo nuovo farmaco sia subordinato all’obbligatorietà di un test di gravidanza ematico preventivo, in seguito al parere espresso dal Consiglio Superiore della Sanità che suggerirebbe di poter prescrivere il nuovo contraccettivo d’emergenza solo dopo l’esecuzione di un test ematico delle bHCG per escludere una preesistente gravidanza.
“La contraccezione post coitale è una metodica d’emergenza, che per definizione, non deve sostituire le normali pratiche contraccettive, ma deve essere però assunta il prima possibile, e comunque nel caso di ulipristal, non oltre 120 ore” si legge nella lettera, che poi elenca le molte ragioni che possono costringere le donne a ricorrere alla contraccezione d’emergenza, spesso in seguito a eventi drammatici come la violenza. “Ci chiediamo dunque – conclude la lettera – perché queste donne e ragazze, per poter accedere a un nuovo contraccettivo d’emergenza, debbano subire, per norma obbligatoria, un test invasivo, non sempre clinicamente necessario, e che può essere realizzato in tempi rapidi solo ed esclusivamente in strutture private organizzate, con un aumento  dei costi e con il rischio di non poter usufruire appieno degli effetti del meccanismo d’azione del nuovo farmaco”.

07 luglio 2011
© Riproduzione riservata

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