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Angina refrattaria: forti miglioramenti con le staminali


La somministrazione di una piccola dose di cellule staminali ematopoietiche direttamente nel cuore è in grado di ridurre la frequenza degli attacchi dolorosi e di aumentare la capacità di attività fisica.

11 LUG - Un’iniezione di cellule staminali direttamente nel cuore potrebbe, se non guarire, migliorare la condizione clinica delle decine di migliaia di persone affette da angina refrattaria, secondo uno studio pubblicato su Circulation Research, una delle riviste dell’American Heart Association. Il trattamento innovativo, infatti, consente di ridurre a meno della metà gli episodi di dolore caratteristici della patologia e di migliorare la capacità di attività fisica.Nello studio, il team ha somministrato a 167 pazienti un trattamento a base di cellule staminali ematopoietiche (ad alto o baso dosaggio) o placebo. L’obiettivo era quello di ottenere una rivascolarizzazione del miocardio riducendo di conseguenza gli episodi dolorosi e aumentando la capacità di svolgere attività fisica.
A sei mesi dall’intervento i pazienti che avevano ottenuto il trattamento a basso dosaggio riportavano 6,8 attacchi di angina a settimana, un numero significativamente più basso rispetto ai 10,9 del gruppo che aveva ricevuto il placebo. Scarsi risultati si sono ottenuti per i pazienti in trattamento ad alto dosaggio: il numero degli attacchi è risultato inferiore al placebo ma superiore a quello dei pazienti che avevano ricevuto la dose minore di staminali. “Non è raro nei trial clinici che i trattamenti ad alti dosaggi siano meno efficaci di quelli bassi”, ha commentato Douglas W. Losordo, coordinatore dello studio e direttore del Feinberg Cardiovascular Research Institute della Northwestern University di Chicago.Questi risultati sono stati confermati a 12 mesi.
Analoghi i dati della capacità di attività fisica: la tolleranza è risultata significativamente più alta nei pazienti trattati con dosaggio minimo di staminali rispetto a quelli che avevano ricevuto il dosaggio massimo o placebo. E a trarre i benefici maggiori sono stati i pazienti che, prima del trattamento, presentavano le peggiori condizioni cliniche.
Il miglioramento è stato ragguardevole: in pratica, ha spiegato Losordo, “è come passare dalla capacità di guardare la televisione a quella di camminare a passo normale, o dalla capacità di camminare a passo lento a quella di andare in bici”. 

11 luglio 2011
© Riproduzione riservata

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