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Brexit e destino dell’Ema. Intervista a Guido Rasi: “Spero che i Governi europei decidano presto la nuova collocazione dell’Agenzia”

di Ben Hirschler

Il Direttore Esecutivo dell'Agenzia Europea dei Medicinali Guido Rasi in questa intervista all'agenzia Reuters non nasconde i suoi timori sia per le aziende, coinvolte nei processi di approvazione dei loro farmaci, che per la sicurezza dei cittadini. Proprio per questo vorrebbe velocizzare i processi decisionali rispetto a quella che sarà la nuova sede dell'Ema.

06 APR - (Reuters) – Guido Rasi, Direttore Esecutivo dell'EMA, vorrebbe una decisione il più veloce possibile rispetto alla nuova sede dell'agenzia, ora che il processo dell'uscita della Gran Bretagna dall'Europa ha preso ufficialmente il via. “Quello di cui ho davvero paura – ha dichiarato in un'intervista alla Reuters – è che accada qualcosa proprio durante la fase di transizione”.
 
E proprio al calendario guarda il Diretto Esecutivo Rasi: “So che il Consiglio convocherà una riunione a giugno e sicuramente c'è la possibilità di prendere una decisione rapida”. Rasi teme che il trasloco della sede possa interferire con questo lavoro.
 
Il problema non è solo per le aziende, che possono vedere slittare le approvazioni dei loro farmaci, ma è anche una questione di sicurezza pubblica, se l'autorità non riuscisse a reagire in modo tempestivo in caso di effetti collaterali o davanti a problemi di qualità dei medicinali. Tra i paesi in lizza ci sono Italia, Danimarca, Svezia, Spagna, Francia, Irlanda e Polonia. Ma la decisione finale spetta ai capi di stato europei che si riuniranno in Consiglio.
 
L'incertezza ha già portato a delle conseguenze.
Il programma di stage dell'EMA, per esempio, che normalmente viaggiava sulle duemila application, quest'anno è sceso a 700. Per evitare troppo perdite, comunque, si dovrebbe scegliere una sede con buoni collegamenti e infrastrutture. Mentre secondo Rasi sarebbe 'irrilevante' la presenza di basi scientifiche o industrie farmaceutiche nel Paese che verrà scelto.
 
La perdita per la Gran Bretagna riguarda anche un altro aspetto, visto che circa un quinto delle richieste all'EMA vengono valutate dell'ente britannico, il Medicines and Healthcare products Regulatory Agency. Dunque con la Brexit i 27 Stati membri dell'Europa dovranno ridividersi questo lavoro, anche se Rasi si è detto meno preoccupato per questo aspetto. E per limitare i danni, funzionari inglesi vorrebbero raggiungere un accordo, possibilmente attraverso il riconoscimento reciproco delle approvazioni dei farmaci, che potrebbe aiutare entrambe le parti. Un accordo, però, che sarebbe tutto politico.
 
L'agenzia è il più grande organismo europeo ospitato in Gran Bretagna e ha sede a Londra dall'anno della sua fondazione, nel 1995. Tre anni fa si è trasferita nella sua nuova sede a Canary Wharf, con un contratto di affitto di 25 anni. E con un budget annuale di 322 milioni di euro e un 'giro' di esperti di 36mila persone l'anno per le sue riunioni, l'EMA è un bel bottino per la città che riuscirà ad ospitarla.
 
Fonte: Reuters
 
Ben Hirschler

06 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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