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Disfagia. Rivalutata la manometria ad alta risoluzione

di Lorraine L. Janeczko

Secondo un nuovo studio dalla Corea, la manometria ad alta risoluzione (HRM) può aiutare ad identificare i migliori metodi di alimentazione per i pazienti con disfagia e prevedere il loro rischio di polmonite ab ingestis.

19 APR - (Reuters Health) - La HRM è recentemente diventata uno strumento di diagnostica radiologica desueto per valutare la disfagia orofaringea, ma un nuovo utilizzo della manometria HRM non è stato ancora ben documentato come scrivono sul American Journal of Gastroenterology alcuni ricercatori di Seul. “Il test HRM, come metodo aggiuntivo per lo studio sulla videofluoroscopia della deglutizione (VFSS) - un test gold-standard per la disfagia - può aiutarci a capire le condizioni del paziente” precisa l’autore principale dello studio Jung Ho Park della Sungkyunkwan University School of Medicine a Seoul.

“I pazienti con disfagia sono stati generalmente valutati con VFSS. Tuttavia, in alcuni casi, utilizzando il VFSS è difficile determinare i metodi di alimentazione. Anche se HRM è un esame che comporta un certo disagio, dà ai medici risultati significativi sui pazienti ad alto rischio di disfagia e può aiutare i medici ad impedire una polmonite ab ingestis, che nei pazienti con disfagia è letale", ha aggiunto Kyung Jae Yoon, un altro coautore dello studio.
 
Lo studio
Yoon, Park e colleghi hanno reclutato 120 adulti con disfagia sottoposti sia ad HRM che a VFSS. I ricercatori hanno utilizzato HRM per stimare l’andamento della pressione endoluminale nel tratto dal velo faringeo allo sfintere esofageo superiore (UES). Nel corso di un follow-up medio di 18,8 mesi, il 15,8% dei pazienti ha sviluppato una polmonite da aspirazione.
 
E con un analisi di regressione multivariata Cox, si è visto che la pressione massima al velofaringe (P <0.01) e la durata del rilassamento dello UES (P <0.05) erano predittori indipendenti della polmonite da aspirazione. Inoltre i pazienti con una pressione massima velofaringea inferiore a 105,0 millimetri Hg avevano una più alta incidenza cumulativa di polmonite rispetto a quelli la cui pressione massima al velofaringe era superiore o uguale a 105,0 millimetri Hg (P<0,01).
 
E ancora, l'incidenza cumulativa di polmonite era maggiore nei pazienti con durata del rilassamento UES sotto a 0,45 secondi rispetto a quelli con durata del rilassamento UES di 0,45 secondi o più (P <0.01). Gli autori riconoscono alcune limitazioni allo studio: è stato condotto in un singolo centro, non era in doppio cieco, e non è stato possibile correlare i parametri misurati con la HRM e il rischio di mortalità.
 
Fonte: Am J Gastro 2017
 
Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

19 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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