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Apnee notturne. Poche donne ricevono una diagnosi corretta

di Anne Harding

Le donne rappresentano solo il 20% dei pazienti che soffrono di apnee notturne. Forse a causa del numero relativamente basso di casi femminili, le pazienti sono sotto-diagnosticate e sotto-trattate. Uno studio svedese ha approfondito la questione.

11 MAG - (Reuters Health) – Le donne che soffrono di apnee notturne hanno minori probabilità di ricevere una diagnosi corretta e di essere trattate rispetto agli uomini, nonostante il rischio di sviluppare ipertensione e diabete sia identico tra i due sessi. Questa evidenza “sessista” emerge da uno studio coordinato da Eva Lindberg dell’Università di Uppsala in Svezia e pubblicata da Sleep Medicine. “ I disturbi respiratori del sonno colpiscono gli uomini due volte più delle donne, che rappresentano solo il 20% dei pazienti nelle cliniche del sonno – dice Lindberg – A oggi sono ancora poco studiati gli effetti di questi disturbi sulla salute femminile”.
 
Lo studio
Per approfondire questo aspetto, il gruppo di ricerca svedese ha esaminato i dati relativi allo studio Respiratory Health in Northern Europe (RHINE), condotto su 10.854 uomini e donne nati tra il 1945 e il 1973, che hanno completato i questionari nel 1999-2001 e nel 2010-2012. Le persone con diagnosi di apnea del sonno sono state scartate a priori dallo studio. Durante il periodo di ricerca, il 25% degli uomini e il 14% delle donne con sintomi di disturbi respiratori notturni hanno ricevuto diagnosi di apnea notturna e il 17% degli uomini e l’11% delle donne è stato curato per questa patologia.
 
I fattori associati al trattamento ricevuto comprendevano età, indice di massa corporea, sintomi di disturbi respiratori notturni alla base e aumento di peso. Il sesso femminile è risultato legato ad una minore probabilità di trattamento (adjusted Odds Ratio 0.3). I sintomi delle apnee notturne sono stati associati ad un aumento del rischio di ipertensione e diabete (aOR 1,5 per ciascuno) sia negli uomini che nelle donne, indipendentemente dall’età, dall’indice di massa corporea, dal fumo e dall’aumento di peso.
 
Fonte: Sleep Med 2017
 
Anne Harding
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

11 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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