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Un piano d’azione concreto per agire d’anticipo sul diabete


A Roma, su iniziativa dei presidenti dell’Intergruppo Parlamentare “Qualità di Vita e Diabete”, si sono incontrati pazienti, clinici e Istituzioni per confrontarsi sul piano d’azione che l’Italia deve implementatre per migliorare la gestione del diabete

31 MAG - Agire d’anticipo contro il diabete (early action) è l’unica strada efficace dal punto di vista clinico - per la prevenzione e la progressione delle complicanze -, in termini di qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari ed economici, ossia per la sostenibilità del sistema sanitario. Forti di questa consapevolezza, pazienti, Istituzioni, specialisti diabetologi, medici di medicina generale e sanità del territorio hanno deciso di affrontare seriamente la sfida ad agire precocemente contro il diabete lanciata, a Dicembre 2016, con la “Dichiarazione di Berlino”, documento sottoscritto da vari Paesi e dal quale emergono raccomandazioni e misure urgenti da adottare per arrivare, entro 200 giorni, a ridurre le dimensioni del problema diabete di tipo 2 a livello globale.

Su iniziativa del Senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri e del Deputato Lorenzo Becattini, Presidenti dell’Intergruppo Parlamentare “Qualità di Vita e Diabete”, si sono infatti riuniti ieri a Roma pazienti, clinici e istituzioni per confrontarsi sul piano d’azione che il nostro Paese deve implementare per affrontare con urgenza cinque aspetti fondamentali per la gestione dell’emergenza diabete: prevenzione, diagnosi precoce, efficace controllo della malattia, accesso tempestivo ai trattamenti innovativi e superamento delle disuguaglianze assistenziali sul territorio.

L’obiettivo è prepararsi in vista del prossimo Global Diabetes Policy Forum che si svolgerà proprio a Roma nel mese di ottobre, per arrivare all’appuntamento con le carte in regola e con un piano d’azione ben delineato che abbia come parola d’ordine “azione precoce contro il diabete”.

Il quadro d’insieme
Il diabete colpisce attualmente più di 3,5 milioni di persone in Italia, oltre ad un sommerso stimato in circa 1 milione di persone che ne soffrono senza saperlo. Anche quando viene trattata, non sempre la patologia è sotto controllo e porta spesso ad un aumento significativo del rischio di malattie cardiovascolari, insufficienza renale, cecità, amputazioni e morte prematura. Inoltre, la patologia è anche in Italia, come nel resto del mondo, in crescita esponenziale: si stima, infatti che nel 2030 saranno circa 5 milioni le persone affette da diabete nel nostro Paese con conseguenti pressioni sul Sistema Sanitario Nazionale che già oggi affronta una spesa di circa 14.5 miliardi di euro (più del 10% della spesa sanitaria pubblica) per questa patologia.
 
Applicare le raccomandazioni contenute nella Dichiarazione di Berlino potrebbe portare ad enormi benefici in termini di salute della popolazione, con la riduzione del numero di persone che vivono con un diabete non controllato, e ad una riduzione del 30% delle complicanze e delle ospedalizzazioni, con un conseguente risparmio per il SSN pari a circa 700 milioni di euro l’anno.

Gli obiettivi
Per questo il gruppo di lavoro ristretto opererà per: 
- Analizzare le principali criticità, legate soprattutto alla gestione integrata del paziente diabetico, che impediscono o rallentano l’adozione delle direttrici stabilite dalla Dichiarazione di Berlino in termini di azione precoce contro il diabete;
 
- Identificare le azioni necessarie per garantire un accesso omogeneo e tempestivo al trattamento più efficace ed appropriato anche attraverso il ruolo del Medico di Medicina Generale e un maggiore empowerment del paziente; ·
 
- Definire le modalità per portare con maggiore forza queste evidenze all’attenzione del mondo istituzionale e politico per guidarne l’azione di programmazione sanitaria e finanziamento.

 I commenti
“Di fronte all’emergenza diabete, le Istituzioni sono chiamate a promuovere iniziative che concretamente possano garantire un miglioramento della salute pubblica nel rispetto dei principi di universalità, equità e solidarietà del sistema sanitario“ afferma il Senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, membro della 12° Commissione Igiene e Sanità e Presidente dell’Intergruppo parlamentare Qualità di Vita e Diabete ‘’Per questo credo molto nella sinergia fra le associazioni dei pazienti, i rappresentanti istituzionali, gli specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, perché solo con una azione sinergica si può vincere la sfida contro la cronicità in generale e il diabete nel caso specifico. Un ruolo determinante per la corretta governance della patologia diabetica spetta altresì al farmacista e alla farmacia chiamati, anche secondo le recenti indicazioni della Conferenza delle Regioni, a svolgere una insostituibile attività per migliorare i livelli di aderenza terapeutica e per dare impulso alla prevenzione e alla diagnosi precoce attraverso l'attività di educazione ai corretti stili di vita e gli screening”.

“L’intergruppo parlamentare che rappresento nasce proprio con l’obiettivo di individuare istanze ed esigenze di tutti gli attori coinvolti nel sistema diabete e trovare un punto di sintesi di cui farsi portavoce all’interno delle Istituzioni“ afferma l’On. Lorenzo Becattini, Deputato e copresidente dell’Intergruppo Parlamentare “Abbiamo quindi abbracciato con entusiasmo il progetto definito dal Global Diabetes Policy Forum con l’impegno di rendere l’Italia uno dei Paesi protagonisti di un cambiamento reale nella gestione del diabete.”

Più di molte altre patologie, il diabete richiede una partecipazione attiva del paziente il cui ruolo è fondamentale per garantire la giusta adesione alle terapie e l’adozione degli stili di vita più appropriati.

“L’empowerment del cittadino è un altro ingrediente fondamentale per raggiungere obiettivi di gestione efficace e precoce del diabete ma, è altrettanto importante raggiungere degli obiettivi condivisi collaborando con Istituzioni, medici e specialisti” afferma Rita Lidia Stara, Vice Presidente di Forum Diabete “Ci troviamo di fronte ad uno scenario urgente in cui sarà la diagnosi precoce della patologia a fare la differenza per chi soffre di diabete o si stima ne possa soffrire in futuro. La collaborazione fra la persona diabetica, i suoi familiari, i medici e gli specialisti può essere la chiave di volta per garantire risultati positivi in termini di salute per la persona, efficacia delle cure ed un uso razionale delle risorse per un accesso più ampio alle terapie innovative”.

Il diabete richiede un approccio a 360° per rivedere i modelli di presa in carico del paziente. “La complessità della gestione del diabete richiede una assistenza sempre più integrata e multidisciplinare” afferma Domenico Mannino, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi “È necessaria una riflessione profonda, anche di natura etica, sulla nostra attuale normativa sulla prescrivibilità dei farmaci per il diabete mellito, considerata la disponibilità di opzioni terapeutiche decisamente sicure ed efficaci dal punto di vista della prevenzione delle complicanze cardiovascolari, renali e della mortalità. Ed è indispensabile, inoltre, dare impulso ad un sistema di monitoraggio a distanza e telepresenza che, utilizzando i sistemi informatici attualmente disponibili, possa mettere rapidamente in collegamento le persone con diabete e le diverse figure di professionisti che agiscono all'interno del percorso di assistenza.”

La corretta e più efficiente gestione del diabete in Italia passa, infatti, anche da una partecipazione più attiva del Medico di Medicina Generale. “I medici di famiglia, primo punto di riferimento dei pazienti sul territorio, possono e devono ricoprire un ruolo centrale nel potenziamento delle cure primarie nei percorsi di presa in carico delle patologie croniche e in particolare del diabete. Così come avviene già in molti Paesi europei e come previsto in Italia dal Piano nazionale della cronicità, il medico di famiglia è il punto di riferimento del paziente in tutto il suo percorso di cura. Questo vale sia nella fase della diagnosi che nella fase di prescrizione della terapia” afferma Fiorenzo Corti, Vice Segretario Nazionale, Fimmg.

Fondamentale dunque poter garantire un percorso di cura integrato. “Noi specialisti e rappresentati della sanità pubblica locale sosteniamo la necessità di riorganizzare la rete diabetologica provinciale, al fine di rendere omogenea l’assistenza alla persona con malattia diabetica su tutto il territorio” afferma Anna Vittoria Ciardullo, Direttore f.f. UO Diabetologia provinciale, Ausl di Modena “La sfida di una cura moderna è la gestione di un percorso integrato che preveda il coinvolgimento attivo del paziente e il trasferimento delle giuste competenze alla medicina territoriale ed agli infermieri della cronicità.”
 
“Il diabete di tipo 2 continua a rappresentare un’emergenza a livello globale e quindi anche per il nostro Paese, sia a causa della sua entità, sia per il progredire delle complicanze ad esso correlate” afferma Antonio Ceriello, Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie Metaboliche Irccs Multimedica e firmatario della Dichiarazione di Berlino “Ben vengano quindi iniziative di confronto tra tutti gli attori del sistema per agire velocemente, in modo integrato e a favore della salute dei pazienti”. 

31 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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