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Tumore del pancreas: individuato nuovo biomarcatore per la diagnosi precoce

di Maria Rita Montebelli

Si chiama trombospondina-2, è dosabile con un test economico già in commercio e permetterà di diagnosticare precocemente il tumore del pancreas, una delle neoplasie gravata dalla più alta mortalità anche perché diagnosticata quasi sempre in fase tardiva. Il dosaggio della trombospondina-2, biomarcatore di fase precoce, associato a quello del CA 19-9, classico biomarcatore di fase tardiva, consentirà anche di fare una diagnosi differenziale più accurata tra forme tumorali e pancreatiti.

13 LUG - Nuovo biomarcatore in vista per la diagnosi precoce del tumore del pancreas, finora affidata alla diagnostica strumentale e al monitoraggio del CA 19-9, marcatore ‘tardivo’.
Ne dà notizia uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, condotto dalla Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania.
Si tratta di una notizia importante perché il tumore del pancreas viene tipicamente diagnosticato in fase avanzata quando le possibilità di successo del trattamento sono molto ridotte.
 
“La diagnosi precoce in campo oncologico – spiega Robert Vonderheide, direttore dell’Abramson Cancer Center (ACC) della University of Pennsylvania - è fondamentale nel determinare la prognosi di molti tipi di tumore. E purtroppo i pazienti con tumore del pancreas sono spesso diagnosticati quando è troppo tardi per avere le migliori chance di efficacia dal trattamento. Per questo, avere a disposizione un biomarcatore per questa malattia potrebbe modificare in maniera incredibile la prognosi di questi pazienti”.
 
 Nello studio appena pubblicato, il nuovo biomarcatore si è dimostrato in grado di individuare la presenza di un tumore del pancreas in vari stadi, su un prelievo di sangue.
“A partire da un modello cellulare che mima la progressione del tumore pancreatico umano – spiegano Ken Zaret, direttore del Penn Institute for Regenerative Medicine, Joseph Leidy professore di Cell and Developmental Biology e Gloria Petersen, della Mayo Clinic - abbiamo individuato delle proteine rilasciate dal tumore; abbiamo quindi testato e validato un gruppo di queste proteine come potenziali biomarcatori plasmatici del tumore del pancreas”.
 
I ricercatori americani hanno utilizzato una tecnologia basata su cellule staminali per creare una linea cellulare ad hoc, da un paziente con adenocarcinoma duttale pancreatico in fase avanzata. Riprogrammando geneticamente le cellule tumorali umane dallo stadio tardivo, verso uno stadio staminale, i ricercatori americani le hanno riportate indietro ad uno stadio tumorale precoce, rivelando in questo modo i biomarcatori secreti in questa fase.
 
Il miglior biomarcatore candidato, tra tutti quelli testati, si è rivelato la trombospondina-2 (THBS2) che è stata screenata su 746 campioni plasmatici da pazienti tumorali e controlli, utilizzando un test per dosare le proteine economico e già disponibile in commercio. I livelli plasmatici di THBS2, insieme a quelli del CA 19-9, ‘classico’ biomarcatore di fase tardiva, si sono dimostrati accurati nell’individuazione di una neoplasia pancreatica.
 
“L’associazione del dosaggio di THBS2 e di CA 19-9 – afferma Zaret – ci ha permesso di individuare un tumore pancreatico in fase precoce meglio di qualunque altro metodo conosciuto”. I due biomarcatori hanno permesso inoltre di distinguere meglio i casi di tumore dalle forme di pancreatite.
 
Gli autori dello studio ritengono che questo pannello di biomarcatori potrà essere utilizzato per far diagnosi precoce di tumore del pancreas soprattutto nei soggetti ad alto rischio di questa neoplasia, quali quelli con un parente di primo grado affetto da questa condizione, quelli con una predisposizione genetica e nei soggetti con improvvisa comparsa di diabete dopo i 50 anni.
 
Lo studio è stato finanziato dal NIH/National Institute for General Medical Science, Department of Defense, Abramson Cancer Center Pancreatic Cancer Translational Center of Excellence.
 
Maria Rita Montebelli

13 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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