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Ema. Al via “smantellamento” sede britannica dell’Agenzia

di Reuters Staff

A pochi giorni dalla chiusura delle candidature, l’Agenzia europea per i medicinali ha già cominciato a ridurre il carico di lavoro “a bassa priorità” per dare spazio alle attività di riorganizzazione. Questo ciò che prevede il piano di continuità aziendale con il quale “garantiamo che la valutazione dei farmaci non sia interrotta e che i pazienti in Europa continuino ad avere accesso a medicinali di alta qualità, sicuri ed efficaci”, spiega il vice di Guido Rasi, Noel Wathion

02 AGO - (Reuters) - Nell’attesa che lo scettro di “capitale europea” del settore regolatorio del farmaco passi da Londra a una delle 19 città candidate in gara, non tardano a cominciare i lavori di “smantellamento” dell’Agenzia europea per i medicinali nel Regno Unito. L’Ema, infatti, ha già cominciato a ridurre il carico di lavoro “a bassa priorità” e in questo modo si prepara ai cambiamenti causati dalla Brexit. Sono mesi che l’argomento è sulla bocca di tutti ma, nel momento in cui i fatti cominciano a concretizzarsi si percepisce un sapore dolce e amaro nel contempo.

Vedere una grande città come Londra che - come in un paesaggio desertico postfuturistico - perde così tanto, non può che suscitare un fondo di malinconia per chi ha sempre guardato alla capitale britannica come alla culla europea delle opportunità, immagine che, sulla scia della Brexit, va via via sbiadendo. Dall’altra parte, è grande l’eccitazione per l’aria di novità che tira, specialmente per quella che sarà la nuova sede dell’Ema.
L'Agenzia, ieri, ha affermato che il suo "piano di continuità aziendale" prevede la sospensioni dei lavori su un nuovo portale web e di un progetto per la submission telematica dei medicinali, così come l’interruzione dello sviluppo di una roadmap di trasparenza. Si stanno anche riducendo il numero di revisioni, oltre che di alcune attività di corporate governance e di altre attività di supporto. Inoltre, verrà ridotto il numero di dipendenti Ema che dovrà partecipare in futuro a riunioni o conferenze esterne. Queste decisioni permetteranno al personale di concentrarsi sulle conseguenze normative del ritiro della Gran Bretagna dall'Ue e del trasferimento dell’Agenzia. Allo stesso tempo però sarà possibile continuare il lavoro vitale di valutare e monitorare la sicurezza dei medicinali.

Il direttore esecutivo dell'agenzia, Guido Rasi, ha detto che teme di perdere personale esperto che potrebbe non voler trasferire la propria famiglia. Noel Wathion, vice di Rasi e capo della task force Ema dedicata a Brexit, ha ribadito le sfide martedì. "Prepararsi per il trasferimento, gestire le necessarie modifiche e affrontare sfide come, ad esempio, le possibili perdite di personale qualificato e esperto, richiede notevoli risorse interne - afferma - Con il piano di continuità aziendale garantiamo che la valutazione dei farmaci non sia interrotta e che i pazienti in Europa continuino ad avere accesso a medicinali di alta qualità, sicuri ed efficaci".

L'Ema conta un totale di oltre 900 dipendenti e agisce come sportello unico per la vigilanza sui farmaci in tutta Europa. Il suo annuncio arriva il giorno stesso in cui i funzionari dell'Ue hanno reso noto che 19 città europee hanno chiesto di sostituire Londra nell’ospitare l'organizzazione. I ricercatori medici e le aziende farmaceutiche hanno già avvertito che la delocalizzazione forzata dell'Ema potrebbe compromettere la corretta gestione dei medicamenti.

Reuters Staff

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Daily Health Industry)

02 agosto 2017
© Riproduzione riservata

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