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Trauma cranico. Le giovani atlete recuperano più lentamente dei maschi

di Lisa Rapaport

Un piccolo studio americano ha evidenziato un’apprezzabile differenza tra giovani atlete e pari età maschi nei tempi di recupero da un trauma alla testa subito durante l’attività sportiva

13 OTT - (Reuters Health) – Le atlete adolescenti che subiscono una commozione cerebrale,  impiegano più del doppio del tempo per riprendersi dal trauma rispetto ai colleghi maschi. A evidenziarlo è stata una ricerca guidata da John Neideckeer, specialista in traumi sportivi a Raleigh, nella Carolina del Nord. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of the American Osteopathic  Association.

Per lo studio i ricercatori hanno esaminato i dati raccolti nel New Jersey, tra il 2011 e il 2013, su 110 ragazzi e 102 ragazze, atleti, che andavano dagli 11 ai 18 anni di età e che avevano subito la loro prima commozione cerebrale mentre praticavano sport. I ragazzi che avevano subito questo trauma partecipavano più  spesso a calcio, wrestling, football americano e hockey su ghiaccio, mentre le ragazze giocavano principalmente a calcio, basket, softball, cheerleading e hockey su prato. Dai risultati è emerso  che, nel complesso, il 75% dei ragazzi recuperava daltrauma entro tre settimane, rispetto al 42% delle ragazze;  inoltre, metà delle ragazze continuava a riportare sintomi almeno 28 giorni dopo aver subito il trauma, mentre la metà dei ragazzi non aveva più sintomi dopo 11 giorni. Non ci sarebbero, però, differenze tra i due gruppi sulla base dello sport svolto o della classe frequentata.

I commenti
In realtà, lo studio è di piccole dimensioni e non è focalizzato su una specifica pratica medica. Inoltre, si  basa su quanto gli adolescenti ricordavano sui sintomi durante gli esami. E secondo Monica Vavilala,  direttore dell’Harboview Injury Prevention and  Research Center (HIPRC) all’Università di Washington, a  Seattle, è anche possibile che le differenze siano dovute a malattie preesistenti. “Più femmine avevano emicranie preesistenti, che potrebbe essere un fattore più importante delle differenze biologiche”, ha dichiarato Vavilala, che non era coinvolta nello studio.

La commozione cerebrale rappresenta circa il 9% di tutti i traumi tra gli atleti in giovane età, ha spiegato  Neidecker. E il numero di persone che si rivolge al pronto soccorso in seguito a questi eventi è aumentato  anche per la maggiore consapevolezza di questi  danni. “È noto, dai dati raccolti nell’ultimo decennio, che le ragazze che fanno gli stessi sport dei maschi hanno tassi di commozione cerebrale più elevati”, ha dichiarato Mark Halstead, direttore della Sports Concussion Clinic al St. Louis Children’s Hospital, che non era  coinvolto nello studio.

Infine, come spiegato da Anthony Kontos, direttore di ricerca dello Sports Medicine Concussion Program all’Università di Pittsburgh, mentre i traumi gravi possono produrre disturbi più gravi e duraturi. “Lo studio non  specificava l’estensione dell’ alterazione a livello cognitivo, di equilibrio, visione e altri sintomi. Piuttosto, i risultati di questo studio evidenziano l’importanza di trovare una cura adeguata dopo un trauma,  perché una buona quantità, si parla del 55-60% di giovani atleti, non ricevono la giusta assistenza clinica, al di là della diagnosi iniziale” , ha concluso l’esperto, che  non era coinvolto nello studio.

Fonte: Journal of the American Osteopathic  Association

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

13 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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