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3M Salute al Congresso Siaarti: focus sulle infezioni ospedaliere 


L’azienda multinazionale prosegue il suo impegno per combattere le infezioni con la campagna “Chirurgia senza brivido” per sensibilizzare specialisti e istituzioni sulle possibili soluzioni per combattere l'ipotermia, e con la campagna “3 a 0 contro le infezioni catetere correlate”

24 OTT - Ogni anno si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale. Un numero ancora troppo alto per un fenomeno che potrebbe essere, almeno in parte, evitato e che grava pesantemente sui costi della sanità e sulla salute dei pazienti.
L’adozione di buone pratiche cliniche, messe a punto dalle società scientifiche, e delle linee guida nazionali e internazionali potrebbero significativamente ridurre l’incidenza delle infezioni ospedaliere. Anche numerose evidenze scientifiche sostengono l’importanza dell’adozione di comportamenti virtuosi e dell’utilizzo di tecnologie innovative combinate in specifici pacchetti assistenziali, i cosiddetti “bundles”, per aumentare la sicurezza per i pazienti e ridurre i costi associati.
 
3M, società internazionale che da decenni offre soluzioni per migliorare concretamente la vita di ogni persona, in ogni ambito, tutti i giorni, ha partecipato al congresso della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) che si è tenuto a Rimini dal 18 al 21 ottobre con le due divisioni Infection Prevention e Critical & Chronic Care nella Hospitality Suite del Siaarti. Grazie alla sua capacità di tradurre la scienza in innovazione attraverso le sue 46 piattaforme tecnologiche, l’azienda è impegnata con i propri prodotti e servizi a far evolvere la qualità delle attività di clienti, partner e consumatori.
 
Obiettivo di 3M Salute è applicare in modo sistematico questo approccio di business nella ricerca e nella realizzazione di sistemi a tutela del paziente ed a supporto degli operatori.
In termini pratici ciò significa sviluppare processi che semplificano il lavoro ospedaliero con prodotti e soluzioni affidabili e di qualità, e fornire di conseguenza un servizio migliore ai pazienti rendendo possibile il progresso nell'assistenza sanitaria.
 
Chirurgia senza brivido
Al congresso Siaarti di Rimini ha fatto tappa l’evento sulla normotermia (accreditato Ecm) “Normo Days”, parte della Campagna di sensibilizzazione “Chirurgia senza Brivido”, iniziativa viene organizzata con il coordinamento scientifico di Siaarti e il contributo non condizionato di 3M Italia. L’obiettivo è proprio informare anestesisti, rianimatori, management della sanità e cittadini sui rischi e le possibili soluzioni dell’ipotermia, e sensibilizzare le istituzioni alla creazione di protocolli regionali.
“Per la Siaarti l’anestesiologia e la medicina perioperatoria hanno un ruolo centrale perché significano il trattamento e la gestione del paziente sotto il profilo medico e anestesiologico nel preoperatorio, nell’intraoperatorio e nel postoperatorio, cercando di migliorarne l’outcome”, spiega Antonello Giarratano, Vicepresidente Siaarti, a Rimini per il Congresso della società scientifica.
 
“La normotermia perioperatoria, che rappresenta un caposaldo da tantissimi anni ma è stata spesso trascurata da approcci clinici e terapeutici al paziente sottoposto a intervento chirurgico, deve essere gestita e monitorata prima, durante e dopo l’intervento – continua Giarratano, che è anche Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza Aou Policlinico Palermo – Un’adeguata temperatura corporea significa meno infezioni, un corretto funzionamento dei famaci anestetici e una migliore risposta coagulativa negli interventi che possono provocare come complicanza il sanguinamento”.
 
Alcune Regioni, come per esempio la Liguria, hanno predisposto gare che permettono l’acquisizione da parte delle aziende sanitarie della strumentazione necessaria per il riscaldamento dei liquidi intraoperatori e del paziente. “Questo rappresenta sicuramente un elemento base da cui partire per poter aggiungere sensibilità nei confronti di anestesisti e rianimatori – ha osservato Angelo Gratarola, Direttore dipartimento e Uo diAnestesia e Rianimazione dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova – adesso è necessario che le aziende facciano un’opera di ‘pressing’ per acquisire ciò che serve per garantire un parametro che è straordinariamente importante per ottenere il miglior outcome in tutti i setting chirurgici”.
 
Campagna “3 a 0 contro le infezioni”
Con la campagna “3 a 0”, 3M prosegue invece il suo impegno per combattere le infezioni del sangue catetere-correlate. Le linee guida internazionali emanate dalle principali società scientifiche sono concordi nell’affermare che le infezioni del sangue catetere correlate potrebbero essere addirittura azzerate - il cosiddetto “Targeting Zero” - adottando i “bundles” supportati dalle evidenze.
La campagna, che si è aperta a Vicenza e si concluderà a Pisa a novembre, vedrà il coinvolgimento complessivo di 60 strutture. Le 14 strutture sanitarie che l’anno scorso hanno firmato la carta hanno concretizzato il loro impegno attraverso l’adozione di protocolli, di attività di formazione, di strumenti di misurazione che hanno consentito di raggiungere l’obiettivo di formare un numero sempre maggiore di operatori e di aumentarne la sensibilizzazione all’argomento.
 
Durante il Congresso si è tenuto anche il simposio “La gestione dell’accesso vascolare in
ambito critico”, nel quale Luca Brazzi, responsabile servizio Rianimazione, Terapia intensiva e Anestesia di Città della Salute e della Scienza di Torino ha illustrato i rischi delle infezioni catetere correlate, evidenziando come ad oggi manchi ancora uno standard di trattamento condiviso.
Le infezioni correlate all’assistenza (Ica) sono un problema molto rilevante: gli esperti stimano che ogni anno si verifichino più di 2mln e 600mila nuovi casi solo nell’Unione Europea, numero superiore ai casi di influenza, Hiv e tubercolosi aggregati. Le infezioni del sangue primarie rappresentano circa il 6% delle Ica, ma sono associate al più elevato tasso di mortalità (15%).
 
In Italia, le infezioni del sangue catetere-correlate rappresentano tra l’8 e il 12% delle infezioni correlate all’assistenza. Si stimano circa 8.500 casi all’anno solo nelle terapie intensive, che gravano sul Ssn per circa 82 milioni di euro. Si stima che tali infezioni comportino un prolungamento medio della degenza in terapia intensiva pari a 9 giorni.
 
“Le infezioni catetere correlate sono prima di tutto un grosso problema per i pazienti – ha premesso Brazzi – sono dei quadri infettivi indotti dal fatto che in ospedale utilizziamo molti cateteri per somministrare terapie. Questi cateteri attraversando la cute riducono le difese e possono agevolare l’ingresso di germi e quindi portare infezioni. Se da un lato gli accessi vascolari sono una necessità di trattamento, dall’altra sono qualcosa che rischia di creare dei problemi ai pazienti”.
Esistono evidenze scientifiche che sostengono l’efficacia di alcuni approcci e in alcuni casi linee guida, anche se non sempre aggiornate e adeguate agli standard tecnologici. “Soprattutto alla luce della nuova legge Gelli che impone le linee guida messe a punto dalle società scientifiche alla base della buona pratica clinica – ha concludo Brazzi – credo sia prioritario lavorare per rivedere le evidenze e cercare di capire qual è il miglior standard cui un clinico si può riferire per ridurre al minimo il rischio che questa pratica routinaria possa creare un problema ai pazienti”.

24 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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