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Cefalea cronica: in alcuni casi basta una puntura lombare per guarire


Un prelievo di liquor senza l’impiego di nessun farmaco potrebbe essere la soluzione per i pazienti con mal di testa dovuto a ipertensione intracranica. La scoperta è stata illustrata nel corso del IV congresso dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee.

03 GIU - Venti millilitri di liquor. Tanto potrebbe bastare per far diventare la cefalea cronica un brutto ricordo per quelle persone in cui il disturbo è dovuto a IIHWOP, acronimo di Idiopatic intracranial hypertension without papilledema, cioè ipertensione endocranica idiopatica senza papilledema (in sostanza un’ipertensione intracranica che non si vede guardando il fondo dell’occhio).In Italia ne sono affette circa 300 mila persone, il 10-14 per cento di quanti soffrono di cefalea cronica, e il disturbo è la conseguenza di un circolo vizioso che si crea fra aumento della pressione del liquido cerebro spinale (il liquor) e delle vene cerebrali. Nelle persone in cui queste vene non sono abbastanza resistenti, la pressione del liquor le schiaccia al punto da farle apparire stenotiche alla risonanza. Ciò fa aumentare la pressione venosa che a sua volta fa aumentare ulteriormente la pressione liquorale. Nel momento il cui questo gioco di pressioni raggiunge il massimo grado di comprimibilità delle vene, l’equilibrio si stabilizza e il risultato è una forma di cefalea che non risponde ai farmaci.
Ora, una nuova tecnica illustrata da Roberto De Simone, responsabile del Centro Cefalee del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università Federico II di Napoli, nel corso del IV congresso dell’Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee (ANIRCEF), promette di risolvere il problema alla base andando a colpire proprio quell’innalzamento della pressione intracranica che determina il mal di testa.
Secondo De Simone, basta “perturbare l’equilibrio - e per farlo in molti casi è sufficiente una sola puntura lombare con sottrazione di 20 millilitri di liquor - per rompere il maleficio. Il gradiente pressorio sulle stenosi si normalizza e la cefalea scompare per periodi variabili da mesi ad anni”.
La tecnica è stata già sperimentata su diversi pazienti che, secondo il medico, “già nel corso di questa procedura hanno dichiarato di sentire per la prima volta che «la testa si liberava»”.
Nel corso del congresso, i neurologi italiani - in particolare il gruppo del Centro Cefalee dell’Università di  Parma guidato da Giancamillo Manzon - hanno inoltre proposto una nuova classificazione della cefalea cronica che tenga conto anche dell’abuso di farmaci, un’abitudine che potrebbe svolgere un ruolo nel processo di cronicizzazione.
“Quando ci occupiamo della cosiddetta emicrania trasformata - hanno commentato i ricercatori - quella che va incontro a cronicizzazione soprattutto per abuso di farmaci e che colpisce il 2% della popolazione adulta, ciò che più conta è la storia del paziente e su questo i medici devono puntare la loro attenzione”.
A.M. 

03 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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