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Vaccini obbligatori. Signorelli (Siti): “40mila bimbini potrebbero rusltare non vaccinati. Ma si tratta di una quota fisiologica”


Tanti potrebbero essere, secondo le ultime stime diffuse oggi dal past president della Società italiana di igiene, i bambini che potrebbero risultare non vaccinati, per scelta dei genitori o perché sussistono motivi di salute e ragioni mediche per cui il bambino può non essere vaccinabile. Dunque, una quota in parte inevitabile". Il dato reso noto in vista della scadenza del 10 marzo, termine ultimo per la presentazione della certificazione alle scuole.

16 GEN - "Stanno aumentando i bimbi vaccinati in vista della scadenza del 10 marzo, quando bisognerà presentare a scuola la certificazione che attesta l'avvenuta immunizzazione, ma resta l'incognita per 40mila piccoli: è la quota stimata di quelli che potrebbero risultare non vaccinati, per scelta dei genitori o anche per motivi legati alla salute". Lo ha affermato all'Ansa Carlo Signorelli, past president Società italiana di igiene. Per i non vaccinati la legge prevede lo stop alla frequenza per la scuola d'infanzia (nidi, materne).
 
"Negli ultimi 5 anni - spiega Signorelli - si stima che circa 120.000 bambini, di varie coorti d'età, non siano stati vaccinati per l'esavalente. Già ad ottobre però, per effetto della legge sull'obbligo vaccinale per l'iscrizione a scuola, il 30% di questi bambini ha recuperato le vaccinazioni". Dunque, ha rilevato, "i dati, per ora, sono positivi ed incoraggianti ed il nostro obiettivo è arrivare a 'recuperare' almeno i due terzi di questa quota di piccoli non immunizzati".
 
Tuttavia, avverte l'esperto, "potrebbe rimanere uno 'zoccolo duro' di bambini non vaccinati: si stimano in circa un terzo della quota totale di non immunizzati, ovvero circa 40.000. Una quota stimata, questa, che rimarrebbe fuori dalle vaccinazioni o per scelta dei genitori o perché sussistono motivi di salute e ragioni mediche per cui il bambino può non essere vaccinabile. Dunque, una quota in parte inevitabile".
 
Ma cosa accade in caso di mancata presentazione della certificazione entro il 10 marzo 2018? La mancanza è segnalata, entro i successivi 10 giorni, dai dirigenti scolastici e dai responsabili dei servizi educativi per l'infanzia, dei centri di formazione professionale regionale e delle scuole private non paritarie, all'azienda sanitaria locale. A questo punto i genitori sono convocati dall'Asl per un colloquio. Nell'ipotesi in cui i genitori non si presentino al colloquio o non facciano comunque somministrare il vaccino al minore, la Asl contesta loro formalmente l'inadempimento, con l'avvertimento che se non dovessero far somministrare al minore il vaccino sarà loro comminata la sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro.
 
La "contestazione dell'inadempienza nei confronti di un minore (0-6 anni) che abbia iniziato a frequentare il servizio educativo dell'infanzia (nidi e materne) in attesa di vaccinazione, che pero' non viene successivamente effettuata per motivi non imputabili all'organizzazione del servizio vaccinale o a intervenuti problemi di salute del bambino - afferma la circolare del ministero della Salute - rappresenta motivo di esclusione dal servizio educativo".

16 gennaio 2018
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