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Obbligo vaccinale. Ricciardi (Iss): “La partita ora si sposta su anziani e operatori sanitari. Emilia Romagna esempio virtuoso”

di Attilia Burke

Sono stati presentati oggi i risultati dello studio “i vaccini per l'infanzia sul web”, un'analisi dell'Health Web Observatory che ha indagato i comportamenti delle persone in rete nei tre mesi successivi all'entrata in vigore dell'obbligo vaccinale. E Ricciardi traccia un bilancio del decreto vaccini e individua le prossime mosse: "Dobbiamo trovare soluzioni convincenti come quella adottata in Emilia Romagna per gli operatori sanitari. L'altra grande sfida è quella degli anziani, soprattutto per i vaccini contro l'influenza".

26 MAR - Due settimane dopo la scadenza per l'adempimento agli obblighi vaccinali previsti dalla Legge 119/2017 il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi si è detto “soddisfatto” dei risultati raggiunti: “La partita vera ora si sposta sugli operatori sanitari per i quali dobbiamo trovare soluzioni convincenti come quella adottata in Emilia Romagna. L'altra grande sfida è quella degli anziani, soprattutto per i vaccini contro l'influenza”.
 
Così il presidente ISS, oggi, in occasione di un evento organizzato con il sostegno incondizionato di Sanofi Pasteur, durante il quale sono stati presentati i risultati dello studio “I vaccini per l'infanzia sul web”, un'analisi dei comportamenti delle persone in rete nei tre mesi successivi all'entrata in vigore dell'obbligo vaccinale (1 agosto 2017 – 10 ottobre 2017), eseguita dall'Health Web Observatory.
 
Ricciardi ha sottolineato che “bisogna far capire, soprattutto ai medici, che operare in reparti ad alto rischio senza proteggere se stessi ma soprattutto i pazienti è un atto contrario alla deontologia professionale. Inoltre, come giustamente sottolinea la stessa Regione, non vaccinarsi significa anche venir meno agli adempimenti contrattuali che una persona sigla nel momento in cui viene assunto dalla pubblica amministrazione. Questo Paese ha un serio problema di formazione dei medici”, afferma Ricciardi. Sul tema “influenza”, inoltre, il presidente Iss ha evidenziato le difficoltà riscontrate nel raggiungere l'adesione necessaria per ottenere l'effetto gregge: “Non riusciamo a superare il 60%, che non è sufficiente. Quest'anno poi è stata un'annata particolarmente complessa, è dal 2004 che non ne vedevamo tanti casi di influenza e quando faremo i conti sulla mortalità potremo quantificarne l'impatto”.
 
39.500 menzioni relative ai vaccini in tre mesi
L'obbligo vaccinale ha generato in Italia un dibattito che si è fortemente riversato in rete dove, secondo la ricerca dell'Health Web Observatory, quasi un genitore su 2 (44%) pesca informazioni. “Abbiamo rilevato 39.500 menzioni relative ai vaccini in solo 3 mesi, circa 556 al giorno, una quantità impressionante se si pensa che quelle relative al diabete sono poco più della metà (316)”, afferma Ketty Vaccaro, sociologa e presidente Health Web Observatory.
 
Twitter e Facebook i più utilizzati per informarsi
Dalla ricerca emerge anche che i siti più frequentati non sono quelli istituzionali ma i social che sono utilizzati spesso come strumento di informazione: il 31% delle menzioni è su Twitter (31%), seguito da Facebook (21%). Solo il 40% delle menzioni è sui siti web. Di questo 40%, l'85% delle menzioni è dei siti di informazione di tipo generalista. “Ci sono anche spunti interessanti sotto il profilo delle politiche della comunicazione – spiega Vaccaro - Per esempio, i siti istituzionali che attualmente pesano solo per il 5% sul totale delle menzioni, hanno una chance di essere punti di riferimento importanti solo se migliorano la loro capacità di essere interattivi. Infatti, analizzando il meccanismo di diffusione delle fake news e il ruolo degli influencer, abbiamo visto che le regole della diffusione delle informazioni si basano su 2 aspetti e tra questi c'è la capacità di coinvolgere (più sono interattivi i siti e i luoghi dello scambio dell'informazione più è efficace è la diffusione dell'informazione). Abbiamo poi osservato che è vera anche una regola generale: molto spesso in rete si cercano notizie che confermino il proprio punto di vista”.
 
L'ISS diventa “social” con battesimo di Piero Angela
Ma l'Istituto Superiore di Sanità è già al lavoro per implementare la strategia di comunicazione su scala “social”: “Noi sui media come Istituzione ci dobbiamo stare e questa è la scelta che abbiamo fatto noi come ISS. Abbiamo un portale studiato appositamente per i cittadini: 'Issalute'. Lo abbiamo lanciato non più di 20 giorni fa con Piero Angela e con il Ministro della Salute, ora inizieremo a promuoverlo anche su Uno Mattina venerdì. Abbiamo già decine di migliaia contatti al giorno, Twitter, Facebook e auspichiamo che questo diventerà un punto di riferimento”, conclude Ricciardi. “Un conto è accedere all'informazione e un conto è comprenderla”, aggiunge il direttore generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute Claudio D'Amario, ricordando che il cittadino italiano necessita di formazione che deve partire dalla scuola.
 
La stampa generalista ha ancora un ruolo rilevante nella diffusione dell'informazione
Dall'analisi è emerso anche che i protagonisti delle navigazioni sono soprattutto utenti di una fascia di età intermedia, presumibilmente genitori: il 30% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e il 23% tra i 35 i 44 anni. I soggetti più attivi sono cittadini comuni a cui fanno capo il 37% dei post generati, movimento no vax (31%) e stampa generalista (25%). Ma se si considera il potenziale pubblico totale raggiunto (186.857.845 persone nel periodo di rilevazione per circa 2.700.000 utenti al giorno) è la stampa generalista, in terza posizione per percentuale di post generati, ad avere un ruolo più rilevante perché può evidentemente contare sul pubblico potenziale più consistente.

Diminuisce passando da Nord a Sud la frequenza di ricerca del termine vaccino
E' il Friuli Venezia Giulia la regione che su Google registra il maggior numero di ricerche, seguita da Valle D’Aosta, Marche, Lazio e Veneto. Il sentiment che emerge, ovvero l’analisi dell’opinione, è prevalentemente negativo (44% del totale delle menzioni) a fronte di un 40% neutrale e un 16% positivo. È importante tuttavia sottolineare che le menzioni più popolari nei due canali social più rilevanti - oltre 3milioni e 300mila utenti su Twitter e oltre 1 milione e 100mila su Facebook - risultano positive. Tra le iniziative messe in piedi per promuovere una corretta informazione, durante l'incontro odierno è stato presentato il contest #PerchéSì, a cui è possibile aderire presentando il proprio progetto di comunicazione.
 
Lombardia e obbligo vaccinale? Ricciardi: “I dati sono positivi”
Per quanto concerne i dati snocciolati in Lombardia sull'adempimento alla Legge sull'obbligo vaccinale - trattasi di più di 25 mila mancanti all'appello dei vaccinati - “Aver superato le corti di riferimento, che era del 95% in Lombardia (anche 97% in altre Regioni) è un elemento che rassicura, tanto è vero che il morbillo, che in questo momento sta ri-esplodendo in mezza Europa (basti pensare alle epidemie in Portogallo e Grecia), da noi è diminuito rispetto allo scorso anno - afferma Ricciardi - La regione Lombardia è grande e i relativi numeri di conseguenza”. Il bollettino mensile dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), lo si ricorda, riporta 169 casi di contagio registrati a gennaio 2018, quasi la metà di quelli rilevati nel mese di gennaio del 2017 (289).
 
Dai dati Lombardi, che rispecchiano la realtà nazionale, è emersa una accentuata criticità nel cluster dai 6 ai 16 anni, “sicuramente una risultante legata alle caratteristiche della Legge stessa: mi riferisco alla distinzione che il Parlamento ha voluto fare, nelle diverse fasce d'età, tra ammissione a scuola e sanzione. Nella prima bozza auspicavamo qualcosa di diverso. Dal punto di vista di sanità pubblica siamo molto contenti perché anche nelle fasce di età più avanzate c'è stato un progresso notevolissimo, ma rimane il fatto che si è ingenerato questo meccanismo non virtuoso per cui, sopra i 6 anni, con il pagamento della sanzione è comunque possibile continuare ad andare a scuola”, conclude.
 
Attilia Burke
 

26 marzo 2018
© Riproduzione riservata

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