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Arriva dall’Inghilterra  il cerotto che  misura la glicemia

di Maria Rita Montebelli

Un efficace monitoraggio della glicemia è un elemento centrale per ottenere un buon controllo metabolico. Purtroppo ad oggi il monitoraggio è affidato alla lettura della glicemia da sangue capillare ottenuto mediante una puntura al polpastrello che in molti casi deve essere ripetuta diverse volte al giorno. La messa a punto di sistemi di monitoraggio non invasivi rappresenta dunque un enorme passo avanti per la qualità di vita delle persone con diabete.

09 APR - Arriva dall’Inghilterra l’ennesima buona notizia -segno che la meta è sempre più vicina - di un innovativo metodo per il monitoraggio della glicemia senza dover ricorrere alle punture al dito. Il ritrovato, messo a punto da un gruppo di scienziati dell’Università di Bath, consiste in una sorta di ‘cerotto’ cin grado dimisurare le concentrazioni di glucosio nel liquido interstiziale che circonda le cellule che rivestono i follicoli piliferi. Queste cellule vengono ‘interrogate’ ad una ad una attraverso una batteria di microsensori che utilizzano una lievissima corrente elettrica; il glucosio si raccoglie in mini-reservoir dove può essere misurato ad intervalli di lettura di 10-15 minuti per diverse ore di seguito.
 
Tra i vantaggi del nuovo ‘cerotto’ c’è quello di non dover essere calibrato con un campione di sangue, fatto questo che può portare all’abbandono del tradizionale metodo di misurazione della glicemia da sangue capillare che richiede la puntura al dito.Fatto questo che segna un’importante differenza rispetto ad altri ‘cerotti’ messi a punto in passato. In questo nuovo device, ogni microsensore, facente parte della batteria di quelli presenti nel cerotto, può funzionare su un’area minuscola sovrastante un singolo follicolo pilifero e questo riduce enormemente la variabilità inter-e intra-cutanea dell’estrazione del glucosio, migliorando al contempo l’accuratezza delle misurazioni.
 
Le glicemie misurate dal cerotto-sensore vengono inviate a intervalli regolari al cellulare o allo smart watch del paziente, che riceve un allarme qualora i valori fossero fuori scala, in modo da poter intervenire immediatamente.
 
Lo studio proof-of-concept sul nuovo cerotto è pubblicato questa settimana su Nature Nanotechnology. La speranza dei ricercatori inglesi è adesso che il loro devicepossa essere prodotto su scala industriale in modo di trasformarlo in un presidio dai costi ragionevoli alla portata di una vasta fascia di pubblico. 
 
“Un metodo non invasivo per il monitoraggio della glicemia – commenta il professor Richard Guy, Dipartimento di Farmacia e Farmacologia dell’Università di Bath - ha dimostrato di essere un obiettivo complesso da raggiungere. Il migliore dei modelli precedenti richiede comunque ad un certo punto una calibrazione con una lettura di glicemia da sangue capillare (per la quale è comunque necessario andare a pungere un dito), o l’impianto di un sensore pre-calibrato che viene inserito attraverso un ago. Il devicemesso a punto a Bath non richiede una calibrazione tradizionale e questo rappresenta una vera novità.”
 
Nello studio appena pubblicato i ricercatori inglesi hanno testato il cerotto-sensore sia su cute di maiale, che su volontari sani; in entrambi i casi il cerotto ha dimostrato di poter fornire un accurato monitoraggio delle escursioni glicemiche nel corso della giornata.
 
Tra i materiali utilizzati per la realizzazione del cerotto c’è il grafene, che presenta numerosi vantaggi, tra i quali quello di essere low-coste amico dell’ambiente. Gli scienziati sperano di poter ulteriormente migliorare il design del cerotto e di dimostrarne la piena funzionalità per un periodo di 24 ore. Stanno inoltre per essere avviati una serie di trialclinici.
 
Maria Rita Montebelli

09 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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